
Il minimarket di Tobbiana chiuderà a fine agosto
Alla fine di agosto chiuderà il minimarket di Tobbiana, uno dei pochissimi esercizi commerciali rimasti in paese, ormai quasi del tutto privo di negozi. Il minimarket, il cui titolare è Katiuscia Betti è un esercizio storico, che deriva dalla cooperativa sorta negli anni cinquanta accanto alla casa del popolo. L’attuale titolare vive a Tobbiana, ha ereditato l’attività dai suoi genitori e l’ha sempre gestita con impegno e competenza, ma ora è costretta ad abbassare la saracinesca. "Non ci sono più le condizioni per continuare – dice lei –: mi dispiace ma a fine agosto devo chiudere". Ora a Tobbiana restato solo la macelleria di Dino Rafanelli e il forno di Cosetta Biancalani. "Stiamo diventando un paese dormitorio – dice Dino Rafanelli –. Prima era tutto diverso perché qui in paese molti abitanti avevano anche il loro lavoro, c’erano i laboratori tessili e altre attività, quindi la gente viveva il paese e faceva la spesa nei negozi. Ora invece quasi tutti lavorano fuori e quindi fanno la spesa fuori dal paese prima di tornare a casa la sera". Lo stesso Rafanelli è in pensione e non si sa fino a quando potrà continuare.
I negozi dei piccoli paesi come Tobbiana soffrono anche di un problema fiscale perché pagano tasse e tributi come quelli dei centri più grandi, senza alcuna agevolazione. Tobbiana ha poco meno di mille abitanti e ci sono molti anziani, per i quali un negozio vicino dove comprare il latte o il pane sarebbe essenziale. Il paese ha molte attrattive dal punto di vista residenziale, ma dal punto commerciale è quasi un deserto, a parte alcuni ristoranti anche molto frequentati da chi viene da fuori. La chiusura del minimarket avviene dopo che da alcuni mesi a Tobbiana è venuto a mancare l’ambulatorio del medico di famiglia. L’ufficio postale c’è ancora, salvato qualche anno fa dai tagli di Poste Italiane anche grazie ad un intervento dell’amministrazione comunale. Resiste un vivo e intraprendente tessuto associativo, dalla Fratellanza Lavoratori Tobbianesi che proprietaria della Casa del popolo, alla Pro Loco e alla Parrocchia, ma la scomparsa dei negozi e dell’ambulatorio hanno indotto la Pro Loco a lanciare l’allarme: "Il nostro paese si sta spegnendo a poco a poco".
Giacomo Bini