Psichiatra uccisa, Seung al centro clinico. “Qui per motivi di sicurezza. Non prescritta alcuna terapia”

Parla la dottoressa Bianca Maria Melis, responsabile del presidio sanitario all’interno del Don Bosco

Pisa, 28 aprile 2023 – Seung si trova, per il momento, nel Centro diagnostico terapeutico o centro clinico (ora nominato Sai, servizio assistenziale integrato) dell’Asl Toscana Nord ovest, “in grado di accogliere detenuti di media e di alta sicurezza”. Si tratta di una struttura dove si effettuano cure, di ogni genere, a seconda delle necessità delle persone recluse. L’uomo, che è accusato dell’omicidio della psichiatra Barbara Capovani, arrestato tra sabato e domenica, è stato portato nella casa circondariale “Don Bosco” di Pisa e subito messo in questa area. A breve potrebbe essere trasferito in altra sezione, o in un’altra città.

E’ la dottoressa Bianca Maria Melis, responsabile del presidio sanitario all’interno dell’istituto pisano, a spiegare come funziona il ricovero. Il 35enne è seguito dal personale penitenziario come tutti gli altri detenuti, ma non ha una terapia medica, come è stato scritto da alcuni in questi giorni.

Dottoressa, come mai, allora, Seung si trova nel centro?

"Non è qui per cause sanitarie. E’ stato isolato, inizialmente, per motivi legati alla diffusione del Covid, arrivando lui dall’esterno. Ma anche per ragioni di sicurezza, per tutelare lui stesso e gli altri. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere per il pericolo che possa reiterare il reato”.

Come funziona la struttura che dirige?

"E’ un piccolo ospedale, nato oltre 60 anni fa, all’interno del carcere, ce ne sono pochi in tutta Italia. Lavoro qui dal 1991. Grazie anche al legame che si è instaurato con il personale dell’Spdc del Santa Chiara, siamo riusciti a creare una collaborazione con gli psichiatri. Ci sono dunque molti specialisti”.

Quindi conoscevate anche la dottoressa Capovani.

"Sì e siamo molto addolorati per questa tragedia”.

Come funziona il servizio?

“Ci sono 27 posti letto. Abbiamo anche un ambulatorio chirurgico, la sala vera e propria è chiusa da due anni, ahimé, per lavori. Inviamo i pazienti con patologie gravi, che non riusciamo a gestire noi, all’esterno. Ci sono persone ricoverate per malattie di vario genere, sia chirurgiche che non, tossicodipendenti, pazienti con problemi circolatori, cardiaci, tutto ciò che riguarda la medicina”.

Chi sono i vostri utenti?

“Riceviamo detenuti per la maggior parte dalla Toscana, dall’Umbria e anche fuori regioni. Di fatto, copriamo il territorio dei provveditorati regionali”.

E il giovane Seung?

“Non è qui per motivi sanitari, ma, come detto, di sicurezza per la sua e l’incolumità altrui”.

Ma gli sono stati prescritti medicinali? Almeno così è stato detto.

“No. Al momento, non segue alcuna terapia”.