
Il primo videogame
Un videogame sul Gioco del Ponte. E’ la nuova creazione, nata nell’hub creativo dell’azienda pisana Rjc Soft, che farà divertire i futuri visitatori dell’esposizione permanente a Palazzo Gambacorti. E’ stato realizzato con un cabinato arcade in stile anni ‘80 ispirato dal carrello del Gioco del Ponte. Ciascun giocatore sceglie la Parte (Mezzogiorno o Tramontana) e la squadra (una tra le 12 Magistrature), dopodiché ha inizio la sfida. A seconda della pressione e della rapidità di utilizzo dei pulsanti del videogioco, il carrello rappresentato sullo schermo si muoverà da un lato o dall’altro. Chi farà cadere la bandierina avversaria, proprio come nel vero Gioco del Ponte, avrà vinto la sfida. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alla tradizione del Gioco del Ponte, offrendo al contempo un’esperienza immersiva che può interessare sia i cittadini pisani che i visitatori della città.
Il videogioco rappresenta un ponte ideale tra passato e futuro, consentendo a tutti di provare l’emozione di essere un combattente pisano e di vivere in prima persona il fascino di questa competizione secolare. "Ringraziamo l’azienda Rjc Soft che dona al Comune di Pisa questa versione del videogioco che sarà inserita all’interno del nuovo allestimento della mostra permanente in Comune", ha affermato l’assessore alle Tradizioni della storia e dell’identità di Pisa, Filippo Bedini, ieri nel corso della presentazione a Palazzo Gambacorti a cui hanno partecipato per Rjc Soft: l’amministratore unico Antonio Romeo, il direttore tecnico Giovanni Celentano e il responsabile area gaming Alessio Apolonnio. "È un modo per riprodurre e declinare in chiave moderna una tradizione antica – ha aggiunto Bedini -. Abbiamo bisogno di strumenti nuovi per far scoprire il fascino e la storia del Gioco, arrivando nelle scuole, ai bambini e ai ragazzi, in modo che possano imparare giocando la storia della città. Il videogame può rappresentare un valido veicolo di trasmissione dei contenuti, un’ottima occasione per lavorare sulle nuove generazioni, perché solo così riusciremo a garantire un futuro alle nostre tradizioni cittadine".
I.V.