
Alessandro Gazzoli (nel riquadro), 50 anni, ha ucciso la compagna Samantha Del Gratta, 45 anni, poi si è tolto la vita
Pisa, 23 luglio 2025 – Sembra un primo pomeriggio d’estate qualsiasi, in via Agostini della Seta, nel quartiere di Sant’Ermete. Il sole picchia sulle persiane abbassate, il caldo opprime l’asfalto e rende pesante ogni passo. Un filo di vento muove le fronde degli ulivi e fa sbattere i panni stesi al filo. Le bandiere della pace, appese ai balconi di una villetta, si agitano leggere. In sottofondo, il ronzio continuo delle cicale e il rombo degli aerei che, vicinissimi, atterrano al Galilei. Sono gli unici rumori, tutto il resto è silenzioso. Dentro una palazzina bianca, al terzo piano del civico 10, quel silenzio si è spezzato in modo irreparabile. Tra quelle mura apparentemente tranquille Alessandro Gazzoli, 50 anni, guardia giurata attualmente in ferie, al culmine di una lite spara alla compagna, Samantha Del Gretta, uccidendola alla vigilia del suo 45esimo compleanno. Rendendosi conto di ciò che ha fatto, Gazzoli prima chiama il 112 per segnalare la questione, poi rivolge la sua pistola di ordinanza, regolarmente detenuta, contro se stesso e mette fine alla sua vita. Dentro, due corpi. Fuori, la vita che cerca di capire.
I due figli della coppia, accorsi a casa, si stringono in un abbraccio. Altri parenti si lasciano cadere a terra, svengono per la disperazione. “È meglio non avvicinarsi, la situazione è veramente tesa”, fanno capire alcuni vicini. Mentre il sole picchia sempre meno e il pomeriggio il suono delle cicale diventa l’unica litania fuori da quella casa, mentre continua il via vai dei soccorritori a volto tirato, degli agenti della scientifica con lo sguardo spento e mentre le sirene azzurre dell’autoambulanza balenano silenziose. Per pochi minuti a fare capolino in quella stradina nella periferia sud-est di Pisa c’è anche una pattuglia delle guardie giurate, forse per confermare dal vivo che quelle terribili voci sono purtroppo una realtà.
L’auto arriva a passo d’uomo, si ferma un istante e poi riparte: si percepisce il dolore a distanza, senza bisogno di vedere i volti che filtrano da quei finestrini. Lo sgomento si fa eco tra i mormorii dei vicini. Dapprima non si capacitano che quella guardia giurata potesse essere carnefice e vittima: “Non può essere Alessandro, non ci voglio credere“. Poi quando arriva la conferma da parte degli agenti di polizia, comincia tra i residenti di quella via, perpendicolare a via Emilia, l’incredulità: “Non riesco a crederci. Non riesco a capacitarmene”.
Il quartiere di Sant’Ermete, residenziale e discreto, si scopre fragile, improvvisamente scosso da un dolore che nessuno si aspettava. Il vento continua a soffiare leggero. Muove le bandiere della pace. Ma in via Agostini della Seta la pace è lontana.