ILARIA VALLERINI
Cronaca

Il caso della pagina "Mia moglie": "Ma le foto che fine fanno?"

Ansia anche nei cittadini pisani che si sono rivolti alla polizia postale per chiedere informazioni

Sul caso della pagina social «Mia moglie», che ha creato tante polemiche, sta indagando anche la polizia postale: la foto è di repertorio

Sul caso della pagina social «Mia moglie», che ha creato tante polemiche, sta indagando anche la polizia postale: la foto è di repertorio

Oltre 30mila gli iscritti, per la stragrande maggioranza uomini, condividevano foto intime delle mogli, o presunte tali, a loro insaputa. Il caso del gruppo Facebook ‘Mia moglie’ accende i riflettori sulla violenza di genere che passa dal web. Uscita la notizia di questo gruppo, social anche le Polizie postali della Toscana sono state prese d’assalto, tra cui quella pisana (dove non risulterebbero, al momento, vere denunce). Gli utenti hanno perlopiù chiesto informazioni riguardo al gruppo, se fosse aperto o chiuso, alla piattaforma social su cui veniva utilizzato e alla tipologia di immagini che sono state postate. Dopo un tam tam di segnalazioni, Meta ha deciso di chiuderlo per "violazione delle policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti". E’ questa la motivazione della società di Mark Zuckerberg. Il faro sul gruppo è stato acceso su Instagram dall’organizzazione no profit ‘No justice no peace’ che da mesi sta portando avanti una campagna che ha per titolo ‘Not all men’, dove chiunque può inviare la propria storia di violenza.

"Oltre 32mila uomini hanno creato un gruppo Facebook dove condividono foto intime delle proprie mogli senza il loro consenso, cercando approvazione e complicità in questa violenza", ha denunciato l’associazione che ha invitato gli utenti a segnalare il gruppo a Meta. Così la pagina ‘Mia moglie’ è stata riempita di commenti di persone indignate per la condivisione di foto intime al femminile. "Questa - scrive No justice no peace - è una palese forma di abuso, pornografia non consensuale e misoginia sistemica. Chi partecipa a questo scempio è complice di un crimine". Sulla pagina pubblica dei ‘Mia Moglie’ qualche commento ha avvertito i frequentatori - quasi tutti anonimi - di aver fatto denuncia alla Polizia postale. Una piccola vittoria, fino all’apertura di altre pagine simili. Sul profilo Instagram di ‘No justice no peace’ gli utenti segnalano infatti la nascita di un gruppo "di riserva" e l’apertura di un canale Telegram, anche questo segnalato alla Polizia postale.