Pisa, 26 febbraio 2023 - "Una bomba carta piena di polvere nera, più una bombola gas, più una bottiglia incendiaria con innesco temporizzato". Comincia così la e-mail anonima indirizzata alla rivista anarchica online Il Rovescio per rivendicare l’attentato esplosivo andato a vuoto nei giorni scorsi al tribunale di Pisa dove è stato collocato un ordigno esplosivo all’esterno di uno degli accessi carrabili. La firma è quella del Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria – Consegne a domicilio Fai/Fri, ma la e-mail al momento non è riconducibile a nessuna persona.
La Digos pisana sta conducendo ulteriori accertamenti ma la descrizione del congegno rudimentale conferma che ad agire sia stata una cellula anarchica probabilmente arrivata da fuori città, ma che sotto la Torre ha potuto contare su una rete logistica di fiancheggiatori. Un’azione diretta nel nome di Alfredo Cospito. "Non basteranno mai - prosegue la lunga mail - le vostre telecamere e le vostre guardie a setaccio della città a impedire all’azione di penetrare nei vostri palazzi. La notte del 21 febbraio abbiamo collocato un ordigno esplosivo nella porta di servizio del Tribunale di Pisa. Non sappiamo se la deflagrazione sia avvenuta, ma ci teniamo a sottolineare che quest’azione assume un’importanza non da poco: abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire". Infine, una chiara minaccia agli apparati di sicurezza dello Stato. "All’antiterrorismo: sappiamo che state preparando un’infinità di arresti per tutti questi mesi di mobilitazione. Maledetti scrocconi, sappiate che i colpi di noi oppressi raggiungeranno presto le vostre mani". E’ un linguaggio di "guerra" quello utilizzato da chi ha rivendicato l’attentato, per fortuna andato a vuoto, al Tribunale pisano. L’ordigno rudimentale è rimasto inesploso, ma per oltre 24 ore è rimasto lì con il suo carico potenzialmente pericoloso senza che nessuno lo notasse.
La scelta di Pisa, nella simbologia anarchica, è tutt’altro che casuale. "Qui - confessa un inquirente - da oltre vent’anni esiste una componente anarchica molto effervescente e, all’inizio degli anni Duemila, addirittura pericolosa". Il riferimento è alle Cor, le Cellule di offensiva rivoluzionaria responsabili di attentati di dinamitardi e minacce ai giornalisti, poi disarticolate dalle forze dell’ordine. Ancora oggi le frange anarchiche, talvolta saldate all’antagonismo, fanno sentire la loro voce e anche qui è stata innalzata l’allerta dopo le prime manifestazioni a sostegno di Cospito.