
Fabrizio Moro sarà in concerto sabato sera a Marina di Pisa
A Fabrizio Moro ci sono voluti i festeggiamenti dei suoi primi 25 anni di palcoscenico per tornare sulla strada col tour che il 16 agosto lo sbarca a Marina di Pisa e ritrovare quella voglia di esserci che, al di là delle serate qua e là, sembrava averlo un po’ abbandonato nelle ultime stagioni. "Con questi spettacoli chiudo un brutto periodo della mia vita" ammette lui, di scena in piazza Viviani sotto l’egida di Marenia Nonsolomare, con Danilo Molinari e Roberto ’Red’ Maccaroni alle chitarre, Luca Amendola al basso, Alessandro Inolti alla batteria e Claudio Junior Bielli al pianoforte. "Dopo il secondo film da regista ‘Martedì e venerdì’ mi sono disinnamorato della musica perché, ogni volta che provavo a mettere in piedi qualcosa, dovevo fare i conti con un sistema che non mi rappresenta più. Uno stato di sconforto che mi ha logorato, inaridendo la vena creativa. Mi sono salvato dalla depressione, ma ho fatto fatica a tornare in carreggiata. Alla fine, però, ci sono riuscito, cambiando tutto tranne la band".
Con quale risultato?
"Tra novembre e primavera ho scritto una quarantina di canzoni fra cui 7-8 attorno a cui costruire un album, che spero di pubblicare entro l’anno. Il più bello della mia vita, perché terapeutico. Davanti allo specchio, infatti, mi sono chiesto se volessi fare ancora questo mestiere; la risposta è stata sì, ma a patto di uccidere il sistema che mi rendeva infelice".
Cos’ha significato?
"Restare fermo due anni per poi registrare il disco che mi va di fare senza dover accettare compromessi più o meno mortificanti, inghiottiti, a volte inconsciamente, da un sistema che non ti dà più emozioni".
Cosa le ha fatto voltare pagina?
"La rabbia. Lo spirito punk-rock che ho dentro e che, grazie al cielo, non mi lascerà mai. Anche se oggi ho imparato a gestirlo meglio".
Sicuro che il disco non lo pubblica a febbraio dell’anno prossimo?
"Solo l’idea di tornare a Sanremo mi mette ansia perché, anche se il Festival è stato importantissimo per me fa parte di quel sistema da cui al momento voglio prendere le distanze".
Come primo passo ha mandato in radio ’Prima di domani’, un duetto con Il Tre.
"Quando lo scorso anno ho conosciuto Guido (Senia, Il Tre, ndr) per duettarci ‘Pensa’ nella serata del Festival riservata alle collaborazioni, ho sentito subito una forte empatia. Quella provata con Niccolò (Moriconi, alias Ultimo, ndr), Ermal Meta e pochissimi altri. Avevo scritto questo testo in un mio momento buio, per parlare dei momenti bui di chi non ce la fa a reggere il peso della vita e decide di farla finita. Argomento, quindi, delicatissimo. Gliel’ho fatto ascoltare per avere un giudizio e lui in un attimo ci ha scritto sopra le sue barre".
Ad aprile è entrato nei 50.
"A essere sincero, mi sentivo più vecchio a 30. Questo perché non avevo realizzato ancora niente".
Uno splendido cinquantenne, verrebbe da dire, ’invecchiando’ la battuta di Moretti.
"Ma Nanni è ancora bello oggi, dai. Fatico ancora a credere che abbia voluto una mia canzone nel suo ultimo film ‘Il sol dell’avvenire’. Vederlo e sentirlo cantare ‘Sono solo parole’ è stata una delle grandi emozioni della mia vita".
Questi 25 anni in tre flash?
"La vittoria a Sanremo fra i Giovani con ‘Pensa’ nel 2007, quella fra i Big con Ermal Meta e ‘Non mi avete fatto niente’ nel 2018, il primo concerto allo stadio Olimpico, lo stesso anno".