REDAZIONE FIRENZE

I meravigliosi anni di Nino D’Angelo: "Oggi la canzone napoletana va forte. Ho spianato la strada ai giovani"

Il caschetto biondo più famoso d’Italia stasera fa tappa a Villa Demidoff, in apertura del Musart Festival . Un tour che ripercorre i suoi più grandi successi: dagli esordi alla popolarità, tra alti e bassi.

Nino D’Angelo. in tour: ’I miei meravigliosi anni Ottanta’. Stasera la tappa fiorentina al Parco Mediceo di Villa Demidoff

Nino D’Angelo. in tour: ’I miei meravigliosi anni Ottanta’. Stasera la tappa fiorentina al Parco Mediceo di Villa Demidoff

di Giovanni Ballerini

FIRENZE

"Con la maturità, anche quelli che un tempo non mi sopportavano, oggi mi amano. Per un artista che viene dal poco, dal niente, è bella tutta questa popolarità". Prosegue il tour I Miei Meravigliosi Anni ‘80 Estate 2025 di Nino D’Angelo, che oggi apre il Musart Festival al Parco Mediceo di Villa Demidoff a Pratolino. L’artista farà rivivere in concerto l’energia e le emozioni degli anni ’80, ripercorrendo dal vivo i suoi più grandi successi. "Con questa tournée, che finirà a settembre con la doppia data a Napoli, siamo andati in tutto il mondo".

E ora approda a Firenze, che rapporto ha con la Toscana?

"E’ una terra bellissima, ci ho fatto tanti concerti pieni di calore. Firenze è ricca di cultura, apertissima, è una città mondiale. Mi piace tornarci, qui ho tanti amici, come Benigni e Pieraccioni e ci sono tanti napoletani. ll mio zoccolo duro è al sud, ma anche a Firenze, a Milano e persino a Trento faccio il pienone".

Pensa che il suo pubblico sia cambiato in questi anni?

"Ho 68 anni e dopo 50 anni di musica si diventa più simpatici. Il grande successo è arrivato grazie anche a Napoli perché è una città che va fortissimo. Oggi la gente vuole cantare tutto in napoletano, quando ero giovane per fare Sanremo ho dovuto fare una mezza strofa in italiano, oggi invece non avrei problemi. Geolier è arrivato 40 anni dopo. Ho preso io tutti gli schiaffi che dovevano prendere i giovani oggi, ma ho aperto una strada al dialetto, che poi non è un dialetto ma una lingua".

L’ha fatto anche con ’Il poeta che non sa parlare’?

"In quel libro e in quel tour raccontavo la storia di un giovane che viene dal niente, che nasce per non vincere. Ogni tanto accade un miracolo e qualcuno di questi ragazzi che vivono ai margini ce la fa. Io sono stato uno dei primi, negli anni 80, a superare quel muro".

Insomma si sente un un italiano di Napoli?

"Certo. Adesso siamo anche campioni d’Italia, io ne ho visti quattro di scudetti e ho fatto l’inno del Napoli 40 anni fa, per il primo scudetto".

Quando si definiva un Ragazzo della curva B?

"Era il titolo di un mio film, Ero un tifoso, andavo in curva quando ero ragazzo, poi mi hanno fatto fare questo film che per i tifosi del Napoli è come un’icona". Come le sue canzoni?

"I miei brani parlano dei sentimenti, dei valori che oggi sono diventati opzionali. Persino la famiglia, che è un valore importante nelle mie canzoni, purtroppo oggi si è indebolita molto. Mi piacerebbe un mondo più unito in cui anche quelli piccoli come me possano avere un po’ più spazio. Io l’ho avuto grazie alla musica, però c’è gente che vive ai margini, nella disoccupazione, nella delinquenza".

Non è stato sempre facile?

"Tutt’altro. La mia ricchezza è stata crescere nella povertà. E’ facile parlare oggi: non è che stavo meglio prima, però tutti quelli che hanno i soldi per comprarsi una Ferrari non saranno mai felici come lo sono stato io quando mio papà mi comprò la prima bicicletta".

Le piacerebbe tornare a fare il teatro musicale?

"Molto, il teatro mi piace molto. Vengo dalla sceneggiata, ho lavorato con grandi artisti napoletani, che mi hanno insegnato tantissimo. A partire da Viviani, che è stato un maestro. Ma in questo momento mi piace più cantare. Sono felice di farlo in un bellissimo festival fiorentino come Musart. Magari anni fa in uno spazio così bello e importante non mi avrebbero fatto cantare, ma ho buttato un muro e la gente mi vuole bene. La svolta c’è stata negli anni 80, riscuotevo successo ovunque".