Loro lo definiscono uno show double-face, concepito "da un lato per celebrare i dieci anni del nostro primo album ’20:05’ e dall’altro per proporre musica nuova". Loro sono Benji & Fede, in scena domani al CarraraFiere a Marina di Carrara sotto l’egida di IMMensamente Carrara che ha in cartellone pure gli Zero Assoluto il 18 luglio e Dargen D’Amico il 4 agosto. Il singolo "Stupido me, stupida te", con quel beat in odore di reggaeton, regala a Benjamin Mascolo e Federico Rossi un posto nella playlist da spiaggia e ombrellone e segue il più esistenziale "Anni d’oro", cofirmato da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, uscito a primavera come quinto estratto dell’ultimo album "Rewind".
All’indomani dell’addio sotto le stelle dell’Arena di Verona, nel 2021, non tutti avrebbero scommesso su un ripensamento. E invece...
Benji: "Il concerto all’Arena avrebbe dovuto svolgersi nel 2020, però il Covid ha rimandato tutto di un anno, quando le nostre strade si erano già separate. Ma lo ricordiamo come un momento molto bello lo stesso, la celebrazione della prima parte della nostra carriera. Questo nonostante lo smarrimento dato dalle incognite sul futuro che si portava dietro un evento del genere".
Poi cos’è accaduto?
Fede: "Tanto nella vita artistica che in quella privata sono arrivati tempi di esperienze che ci hanno aiutato a crescere".
Durante la lontananza cosa vi è mancato più dell’altro?
Benji: "Sicuramente Federico ha molta energia e la capacità di non nascondermi quelle cose che ho bisogno di sentirmi dire. Ecco perché penso che stare con lui mi migliori come persona".
Fede: "Nel periodo in cui siamo stati lontani di Benji mi è mancato soprattutto il lato umano. L’energia di due personalità come le nostre, infatti, può diventare esponenziale se condivisa come si deve".
Come è arrivata l’ora delle decisioni revocabili?
Benji: "Ci siamo ritrovati dopo aver vissuto a 200 all’ora pure da solisti, affrontando esperienze che, almeno a me, hanno portato a rimettere tutto in discussione, trascinandomi su strade sbagliate risultate, però, decisive nel farmi capire cosa stessi cercando. Provavo a nascondermelo, infatti, ma soffrivo da matti il fatto di non parlarmi più col mio migliore amico. Così, com’ero stato io a fare il primo passo verso lo scioglimento, sono stato pure quello che ha fatto il primo passo per ritrovarci".
Ora, insomma, l’orizzonte è sereno o quasi.
Benji: "Ultimamente non stiamo litigando molto. E la cosa ci preoccupa un po’".
Fede: "Soprattutto perché continuiamo a dirci le cose in faccia. Evidentemente siamo entrati in una fase più responsabile della nostra vita".
Le indiscrezioni della vigilia vi davano per certi al Festival. Invece è andata diversamente.
Fede: "Siamo rimasti a casa. Evidentemente non era l’anno giusto. L’importante per noi è arrivare su quel palco integri e con un amalgama uguale o superiore a quello che abbiamo ora".
Portiamoci avanti, quando sarà, chi vi piacerebbe ospitare la sera dei duetti?
Benji: "Fede una volta mi ha confessato che vorrebbe i Nomadi".
Fede: "Si perché ‘Il vecchio e il bambino’ (cavallo di battaglia della band attinto dal repertorio di Guccini, ndr) me la cantava mio padre da piccolo e il mio legame con quella canzone è tale da essermela pure tatuata sulla schiena. Questione di cuore, visto che l’antologia ‘Nomadi 40’ è stato il primo disco che ho ascoltato. In alternativa, mi piacerebbe avere accanto un altro grandissimo della nostra canzone: Gino Paoli".
L’importante è tenere un inedito da parte…
Fede: "Di Sanremo non parlerò più. Voglio seguire il metodo Elodie, che nelle interviste ripeteva di non aver mandato niente a Conti e poi, tutto d’un tratto, ce la siamo ritrovata all’Ariston".
Andrea Spinelli