ANDREA SPINELLI
Cronaca

Niccolò Fabi al Conventino: "Canzoni come terapia"

L’artista ha compiuto 57 anni regalandosi il nuovo album ’Libertà negli occhi’. Questo pomeriggio l’incontro e il firmacopie con i fan. "’Alba’ è la mia preferita".

Appena due giorni fa Niccolò Fabi ha festeggiato i suoi 57 anni pubblicando ’Libertà negli occhi’, primo album d’inediti da sei anni a questa parte che oggi (alle 18) presenta al Conventino Caffè Letterario di Firenze (accesso prioritario fino a esaurimento posti per coloro che hanno acquistato il disco alla Feltrinelli di piazza della Repubblica). "Ho pensato che sarebbe stato importante dare un’ambientazione forte alle nuove canzoni in modo che non vivessero solo della loro scrittura, ma anche dell’energia assorbita da un luogo stimolante ed evocativo" racconta lui, nell’attesa di mettere in strada il tour che lo riporterà a Firenze il 17 ottobre al Teatro Verdi. "Così, mi sono ricordato del Lago dei Caprioli, in Trentino. Per dieci giorni abbiamo lavorato davanti alla superfice ghiacciata di quello specchio d’acqua immerso nel silenzio. La montagna ridimensiona il tuo essere facendoti sentire minimo, un po’ come fa il mare. Anche se davanti all’immensità del mare, avendo per limite solo il filo dell’orizzonte, puoi spaesarti un po’, mentre le vette innevate ti confortano e proteggono, offrendoti una sensazione che sento molto vicina al mio carattere".

Nel booklet dice che a quest’età scrivere canzoni è come pretendere di far entrare il mare in un bicchiere. "Ho la netta sensazione che pure la canzone abbia un’età biologica e che gli autori diano il meglio di loro nella fase iniziale del cammino. Andando avanti si vedono le cose in un’altra maniera, più consapevole e, magari più divertita, ma il furore creativo cala. Vero che più vivi e più cose hai da dire, ma penso che la canzone sia la forma di comunicazione perfetta per raccontare la scoperta della prima rabbia, del primo innamoramento, delle prime grandi emozioni. Meno per soffermarsi sulle sfumature dell’età adulta".

Nelle note dice pure che dal 2010 ha iniziato ad alleggerirsi delle aspettative. "È sempre la vita che comanda. E non parlo di quella artistica, professionale, ma degli eventi importanti che t’indirizzano verso la direzione forse più giusta per te. In concomitanza con un evento molto doloroso della mia vita (l’improvvisa scomparsa della figlioletta Olivia, ndr) ho sentito che il mio fare musica assumeva tutta un’altra importanza. E che alcuni miei potenziali, illusori, bersagli da colpire dovevo benissimo metterli da parte per vivere lo scrivere canzoni in forma di terapia, di guarigione, di libertà e, in qualche modo, di necessaria gioia. E giudico questo disco, forse perché ultimo in ordine di tempo, il più libero di tutti. Che poi sia più o meno bello dei predecessori poco importa".

Nell’iniziale Alba ammette di sentirsi nella pausa che c’è tra il capire e il cambiare. Perché? "Forse per l’ermetismo di quella frase ripetuta, ‘Alba’ è la mia canzone del disco preferita. Un brano di poche parole e grande intensità, grazie alla presenza di tantissima musica strumentale che mi consente di volare lontano con la fantasia in maniera vivida, fertile. Il tempo ti rende consapevole delle cose, ma, pur capendole, non sempre hai la capacità di produrre un cambiamento. Penso, infatti, che ci sia un contrasto tra la natura e la cultura, se per natura intendiamo quello che sei dalla nascita e per cultura quello che apprendi grazie all’esperienza".

In questi quarant’anni qual è la canzone più necessaria che le è capitato di scrivere? "Probabilmente ‘Vince chi molla’ dell’album ‘Una somma di piccole cose’, il brano che sceglierei fra i cento e passa composti finora sia per i contenuti che per il momento particolare della mia vita in cui l’ho registrato. Un vero lampo creativo visto che ho fatto tutto in dieci minuti".

Il video di ’Acqua che scorre’ l’ha girato lei stesso sul lago con protagonista la pattinatrice Adele Antonelli. "L’intento era quello di raccontare la presenza dell’uomo all’interno di un contesto naturale assolutamente rispettosa con la consapevolezza di essere piccola cosa a fronte della grandezza della montagna".

Andrea Spinelli