RENZO CASTELLI
Cronaca

Baudo, Ricciarelli e quella volta a Tirrenia

Ai primi di settembre del 1994 Pippo Baudo e Katia Ricciarelli (in foto di archivio) furono ospiti per qualche...

Ai primi di settembre del 1994 Pippo Baudo e Katia Ricciarelli (in foto di archivio) furono ospiti per qualche giorno del Grand Hotel Golf a Tirrenia. Erano molto riservati e non fu fatta alcuna pubblicità alla loro presenza. Lei stava seguendo un breve ciclo della rigida dieta di Maurice Messeguè e aveva poca voglia di parlare e di parlarne. Quando capitammo all’albergo io e il fotografo, imbeccati dal solito delatore di star, incrociammo la coppia nella hall. Lei fu molto infastidita della nostra presenza e non volle essere fotografata perché era struccata; un atteggiamento più conciliante fu quello di Pippo Baudo. "Saliamo in camera – disse - ma scendiamo fra dieci minuti. Però non vogliamo foto". Nell’incontro che seguì dopo dieci minuti, che in realtà furono quasi venti, parlò soltanto lui. Pippo Baudo parlò di musica - era innamorato di Bocelli e della Pausini – e dimostrava, com’era logico che fosse, una padronanza assoluta dell’universo musicale. Poiché fece più volte il nome di Bocelli gli dissi di quando il cantante, giovanissimo, veniva con la mamma in redazione per chiedere che mettessimo in cronaca l’annuncio di qualche suo piccolo concerto in qualche paese della provincia. "Avrà successo, - sentenziò Baudo molto assertivo - e non soltanto perché è un bravo cantante. Ha anche cultura e sa cos’è la musica. Credo che farà una grande carriera”. "Va perfino a cavallo – volli aggiungere poiché sapevo di una sua puledra che cavalcava al mattino con grande coraggio nei campi di Lajatico". "Ah sì? Questa non la sapevo". Lei, la Ricciarelli, sempre muta. Neppure la storia della cavalla di Bocelli sembrava averla incuriosita. Per imbonirla le dissi che dieci anni prima l’avevo sentita cantare a Las Vegas. "Fu bravissima". Rimase per un po’ dubbiosa, come se non ricordasse. Poi disse: "Già, Las Vegas. Fui là per una convention internazionale degli aeroporti". Questo mio ricordo sembrava però aver sciolto un po’ il gelo e anche lei si soffermò a parlare di Bocelli. "Ha una bella voce - disse – ma canta anche con garbo, da grande interprete. E’ un lirico che sfonderà anche nel campo della musica leggera". Baudo assentiva con ampi movimenti della testa. E questo è quanto accaduto. Tornando a quella sua esperienza a Las Vegas il discorso cadde sui casinò. Volli precisarle che in quei giorni avevo perso e Baudo intervenne per dire: "Io non gioco". Le dissi anche ciò che avevo letto da pochi giorni e cioè che in Italia i casinò, salvo autorizzazioni particolari, erano vietati da una legge del 1945. Aggiunsi: "Ce n’era un bellissimo a Bagni di Lucca ma hanno chiuso da tanto tempo anche quello".

Renzo Castelli