ANDREA SPINELLI
Cronaca

"Vivo la musica sulla mia pelle". Cocciante e la voglia di tenerezza

Stasera il cantante senza tempo si esibisce al Summer Festival di Lucca (ore 21,30). Grande attesa

"Sono un artista, non una star, perché vivo in maniera dura quel che faccio, lottando e spesso soffrendo per riuscire a realizzare ciò che ho in mente". Riccardo Cocciante è uno dei grandi patrimoni della musica d’autore italiana che spazia tra pietre filosofali dell’hit-parade capaci di premere sui sentimenti e intenerire l’anima. Opera che riuscirà pure stasera sul palco del Lucca Summer Festival, dov’è in scena alle 21.30 in Piazza Napoleone. "Per me salire sul palcoscenico è come farlo su una nuvoletta, entrare in un’altra dimensione. E questo è un passaggio difficilissimo. Anche perché, una volta lì sopra, non riesco a fare altro che dare tutto me stesso. Come se fosse l’ultima volta. Sensazione un po’ stressante, ma bella".

Quali sono le novità di questo spettacolo?

"Non ho inserito nel repertorio solo canzoni storiche, ma anche altre funzionali alla narrazione che avevo in mente. Inizio, ad esempio, con "Io che sono luce" dal primo album "Mu", ma non mancano momenti da riscoprire come "La nostra lingua italiana", passaggio intenso della mia attività di compositore anche per l’omaggio a questo nostro Paese che si porta dietro".

Sempre in tema di omaggi, la sua rivisitazione di "Turandot" a che punto sta?

"Ci stiamo lavorando, vedrà la luce in Cina ma non so dire quando. Al momento posso solo assicurare che arriverà".

L’ha sorpresa trovare "Era già tutto previsto" in "Parthenope" di Paolo Sorrentino?

"Sì, soprattutto perché Sorrentino l’ha voluta mettere in una scena senza dialoghi, lasciando parlare solo musica e le immagini della sua macchina da presa. Certi utilizzi danno alle canzoni pure altre vite, così come capita con alcune riletture ad opera di interpreti diversi da me. Basta pensare all’interessantissima versione di "Io canto" fatta a suo tempo da Laura Pausini o quella di "A mano a mano" realizzata a suo tempo da Rino Gaetano".

A proposito di "A mano a mano", quest’anno a Sanremo, nella serata delle cover, avrebbero voluto eseguirla in tre. Alla fine, l’ha sputata la coppia Elodie-Achille Lauro. Soddisfatto?

"Non ho visto il Festival, perché impegnato in Cina con un nuovo allestimento di "Notre Dame de Paris", ma sono riuscito a procurarmi un video del duetto e m’è sembrato buono".

In inverno il musical tratto da "Sapore di mare" si concludeva, come il film dei Vanzina, sulle note della sua "Celeste nostalgia", irrinunciabile sottofondo alla scena in cui Virna Lisi balla col figlio che le chiede come fosse la sua epoca e lei risponde: "Era diversa, ci batteva il cuore".

"Penso che il cuore batta pure oggi. E lo faccia anche nelle canzoni. Oggi la musica è molto più industriale di prima, perché ha perso un po’ di quella spontaneità, di quell’artigianato, che ho sempre amato".

A proposito, il suo ex compagno di scuola Enrico Vanzina racconta ancora del sassofono di plastica che, al tempo in cui facevate i boyscout, gli suonava senza requie nelle orecchie sotto la tenda.

"Ricordo benissimo quel giocattolino. Come strumento valeva poco, ma come mezzo per esprimermi molto, così come due accordi di chitarra o la voce. Il canto è sempre stato un elemento determinante nella mia vita".

Ora cos’ha in agenda, oltre ai concerti?

"Sto lavorando ad un nuovo album, di cui ogni tanto in concerto propongo qualche assaggio".

Andrea Spinelli