
Lajatico, il successo della prima serata della ventesima edizione . Accolti 10.300 spettatori. Qualche intoppo per il grande traffico.
Buona la prima di martedì. Buonissima. L’edizione numero 20 del Teatro del Silenzio non delude le attese e conferma quel che ormai sanno tutti: la voce di Andrea Bocelli e l’incanto delle colline che circondano il palcoscenico valgono il prezzo del biglietto che spettatori da tutto il mondo sono disposti a prenotare con mesi di anticipo. Lo sa bene il maestro di Lajatico che questa volta, nelle sue prime parole pronunciate al pubblico, si rivolge in inglese. Perché è noto che l’80% abbondante degli spettatori è arrivato qui con in tasca un passaporto. Le parole non in italiano non sono comunque uno sgarro al suo pubblico di "casa". Perché c’era anche tanta Lajatico, in proporzione, tra il pubblico grazie alla convenzione che quest’anno ha offerto biglietti a prezzi scontati ai compaesani del maestro.
Davanti a 10.300 spettatori si compie il rito del Silenzio. Come una liturgia, le campane annunciano l’inizio del concerto, mentre l’orchestra si prepara. A dire il vero, quest’anno in forte ritardo, per "colpa del traffico – come ha dovuto ammettere lo speaker – che ha bloccato anche l’orchestra". Ma non c’è fretta. Sugli spalti ci si gode il paesaggio che, come detto, fa parte del biglietto. E c’è anche più tempo per far volare i tappi delle bottiglie di bollicine fatte trovare in cestelli di ghiaccio, nelle esclusive tribunette ai lati. Perché il Teatro del Silenzio è anche un gran gala dove l’abito della serata è quasi un obbligo, e pace se i tacchi ogni tanto litigano con le buche della terra battuta (lo sa bene una signora portata via in barella con una caviglia gonfia). Anche questo fa parte del Silenzio.
Così, con le stelle ormai accese, e non al tramonto come vuole la tradizione, Bocelli intona i primi versi e si prende tutta la scena. Con il Rigoletto di Verdi prende il via l’evento che, sotto lo sguardo del gigantesco volto di Mitoraj, scorre fluido. E gli applausi si moltiplicano quando sul palco spunta Plácido Domingo. È lui l’ospite di punta che, a suo agio come un padrone di casa, prende poi la bacchetta dal direttore d’orchestra tra l’ovazione generale del pubblico per dirigere La Traviata, mentre l’amico Bocelli canta. Si chiude così il primo tempo, per una pausa di 20 minuti, per poi accogliere la cantante e attrice Clara. Termina così la prima serata. Appuntamento a sabato 26 per una specie di bis ma con altri ospiti, tra cui il mitico Brian May, chitarrista dei Queen. Ma prima, stasera, la scena sarà tutta per il figlio Matteo. Il Teatro del Silenzio, per la prima volta, sarà suo, dopo averlo già condiviso, in altre edizioni, con il padre.