ANTONIA CASINI
Cronaca

Morto a 11 anni dopo lo sparo, tragedia senza un perché

Dramma all’ora di pranzo in una villetta alle porte di Pisa: il piccolo ha usato l’arma del padre carabiniere. Le indagini affidate ai colleghi

I rilievi della Scientifica

Pisa, 23 maggio 2021 - Quell’abbraccio dei colleghi, che devono fare le indagini, al padre, le lacrime della mamma, il silenzio del nonno. Dopo le 13.30 di sabato, c’è solo dolore nella villetta in provincia di Pisa e un corpicino indifeso. Inutili tutti i tentativi di medico e volontari della Misericordia di rianimarlo. Il colpo di pistola ha distrutto la vita di un bimbo di 11 anni che avrebbe terminato la scuola elementare tra pochi giorni. La sua manina ha sparato con l’arma (ora sequestrata) del padre (militare), che, da un primo accertamento, pare fosse detenuta secondo le regole, colpendosi alla testa. Quando e come l’ha presa il bimbo che in quel momento era solo nella sua cameretta ancora piena di giochi? E’ quello che cercheranno di capire i carabinieri, anche quelli specializzati nei rilievi.

Nella casa, sono arrivati, oltre al comandante provinciale, il colonnello Duranti, anche il comandante del reparto operativo e quello del nucleo investigativo. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Flavia Alemi. Ma anche il procuratore capo, Alessandro Crini, ha seguito il caso così delicato. Che cosa è accaduto in quel frangente in cui il bambino era nella sua stanza? Un incidente? Tutto deve essere ancora approfondito e per questo gli investigatori passeranno in rassegna molti oggetti: i quaderni, il diario, strumenti elettronici anche se si esclude, al momento, che di questa tragedia possano essere responsabili i social. "Era dolce, educato, obbediente. Un bimbo d’oro", lo descrivono gli uomini dell’Arma che hanno portato conforto al papà, è stato lui a trovare, insieme alla mamma (entrambi lavorano a Livorno) e al nonno, il bimbo. "Andava bene a scuola, era bravo", aggiungono. Nel pomeriggio, in tutta la provincia, si è saputo chi fosse quell’angioletto che è morto nel suo rifugio. Anche i genitori dei suoi compagni di classe hanno cominciato a capire, a tormentarsi, a disperarsi. Come dirlo ai figli? Come si fa a raccontare a un altro bambino che l’amichetto non c’è più? Lo avevano visto sui banchi venerdì. Il giorno prima, e il giorno dopo non c’è più. Già si pensa al rientro, senza di lui. Lui che proteggiava sempre chi era più in difficoltà, che faceva regali alle sue compagne, un fiore, un biglietto. Avrebbero fatto la Comunione tutti insieme a giugno. E invece l’11enne è stato portato a Medicina legale per l’autopsia.

Era amato, era diligente. Stava spesso con il nonno, come accade a quell’età. Il suo mondo erano la scuola, i giochi con gli amici, la passione per il Pisa che condivideva con il padre. Qualcuno riferisce che da grande avrebbe voluto indossare la divisa. Ma adulto non diventerà mai. I vicini guardano in basso, qualcuno dei passanti si ferma per chiedere che cosa sia tutto quel via vai di macchine. C’è curiosità, ma quando si capisce che stavolta è un bimbo a essersene andato via per sempre, le parole non escono più. Nessuno pare aver sentito lo sparo. Alcuni vengono ascoltati dai carabinieri proprio per capire se abbiano visto o notato qualche particolare. Non sarà facile ricostruire la dinamica, dove ha preso l’arma? Perché ha sparato un colpo? E poi una delle domande più difficili: ci sono state responsabilità?

Gli inquirenti ieri sono stati a lungo nella villa: hanno preso materiale, chiesto, supportato la famiglia. Nelle strade vicine, ci sono ragazzini, coetanei, che vanno in bicletta e che parlano tra loro con un po’ di spensieratezza, non sanno, ignorano, si divertono dopo tanti mesi passati in casa per le chiusure dovute al virus. Adesso, almeno loro, sono liberi.