Perse il padre per l’amianto, Ministero della Difesa condannato: alla figlia vitalizio e arretrati

Francesco Volterrani, di Pisa, morì nel 2000 a soli 52 anni per un cancro ai polmoni dopo aver lavorato per oltre trent’anni per la Marina. La battaglia legale

Firenze, 23 aprile 2024 – Francesco Volterrani, di Pisa, nel 2000 aveva solo 52 anni quando morì per un tumore ai polmoni, un microcitoma. Una moglie rimasta vedova e due figli rimasti orfani troppo presto. Ma dietro a quella morte c’era un nemico terribile, che ha mietuto vittime a ripetizione nel corso degli anni: l’amianto. Oggi la Giustizia ha posto una riparazione, almeno economica, a quella morte.

Francesco Volterrani a sinistra con la moglie e a destra con la figlia Annalia
Francesco Volterrani a sinistra con la moglie e a destra con la figlia Annalia

Volterrani, infatti, aveva lavorato per 32 anni nella Marina Militare prima come graduato di truppa e poi come sottufficiale fino al grado di aiutante; mansioni che lo avevano portato a contatto con fattori cancerogeni, ovviamente a sua insaputa. Dalle radiazioni ionizzanti ai campi magnetici fino alle fibre di amianto. 

Dopo la sua morte, i familiari cominciarono a sentire sempre più storie di malattie oncologiche che avevano colpito lavoratori che, come Volterrani, erano stati a contatto con quegli ambienti. Da lì la decisione di chiedere alla Marina il riconoscimento della dipendenza di causa di servizio e dello status vittima del dovere e nel 2017 la Difesa aveva chiesto al Ministero dell’Interno di inserire l’uomo nella apposita graduatoria, ma la figlia Annalia, che aveva 14 anni quando il padre morì e oggi ne ha 38, venne inspiegabilmente esclusa dal riconoscimento.

Qui entra in scena il re delle cause legate all’amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, che è anche presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

In primo grado il tribunale confermò l’esclusione di Annalia Volterrani dai benefici di previsti per i figli delle vittime ma nei giorni scorsi la Corte d’appello di Firenze ha invece condannato la Difesa a elargire lo speciale vitalizio di 2mila euro al mese e con tanto di arretrati, che ammontano a circa 360mila euro.

"E' il primo caso nel quale il Ministero nega il diritto a un orfano minorenne e che costringe una persona che ha già subito una importante perdita ad adire le vie giudiziarie per il riconoscimento dei propri diritti – spiega l’avvocato Bonanni – Viste le alterne pronunce dei tribunali abbiamo istituito uno specifico servizio di assistenza legale per gli orfani delle vittime del dovere”. Che, per chi avesse bisogno, è contattabile al numero verde 800.034.294 o sul sito osservatorioamianto.it.