DANIELE ROSI
Cronaca

Tour operator e visite alle cave. Aree dismesse per accogliere i turisti

Una delle ipotesi è utilizzare le zone non coltivate per venire incontro anche ai concessionari del lapideo. Il dialogo in commissione dopo il caso scoppiato lo scorso anno che aveva fatto bloccare i viaggi.

Una delle visite che sono avvenute alle cave: dialogo tra tour operator, Comune e concessionari per tornare al monte per turismo

Una delle visite che sono avvenute alle cave: dialogo tra tour operator, Comune e concessionari per tornare al monte per turismo

di Daniele Rosi

Si arricchisce di un nuovo capitolo la querelle tra operatori turistici di cava e concessionari. Dopo il bubbone scoppiato la scorsa estate, con alcuni tour operator che non erano più riusciti a condurre i visitatori in cava, arginati dalle imprese per questioni di sicurezza e logistici, ieri una parte di quei tour operator ha deciso di far sentire nuovamente la sua voce, in un confronto avvenuto in Comune nella commissione turismo del presidente Gianmaria Nardi, chiesta dal consigliere d’opposizione Simone Caffaz.

Al tavolo della commissione, oltre all’assessore Lara Benfatto, hanno espresso i loro dubbi Davide Bruni di Carrara Marble Tour, Marco Bernacca di Carraratour e Paolo Maggiani di Ncc. Con loro anche il geologo Massimo Corniani.

Dopo aver ribadito l’importanza che il turismo riveste nel tessuto sociale, con gli operatori che hanno ricordato le numerose volte in cui i turisti, appena scesi da Carrara, spesso decidono di fare un passaggio in città, fermandosi anche a mangiare in qualche locale, l’attenzione si è poi spostata sul problema dell’accesso ormai impossibile in punti che sarebbero però potenzialmente accattivanti per il turista, proponendo qualcosa oltre la ormai obbligata visita ai negozi di souvenir, con i turisti costretti a guardare le cave in lontananza.

Due le ipotesi: nel primo caso con una proposta che riguarda le cave in concessione, a cui chiedere eventualmente la disponibilità a qualche concessionario, venendo incontro alle esigenze, nel provare a realizzare un piccolo spazio turistico in area non estrattiva, seguendo ovviamente i criteri della sicurezza e con la documentazione necessaria.

La seconda ipotesi riguarda invece le aree di cave non assegnate, dunque in piena disponibilità comunale. In questo caso la richiesta è di creare aree ad hoc, anche per alcuni mesi, in attesa che il Comune stesso decida eventualmente di regolamentare la questione a livello normativo. "Il turismo in cava è un elemento importante - ha risposto l’assessore Benfatto - così come la sicurezza. Saranno necessari confronti, attraverso un tavolo di concertazione, per capire come intervenire".