ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Piano del verde, regolamento vecchio

L’associazione ambientalista Arca interviene sul piano del verde parlando di un testo "già vecchio ancor prima di nascere, opaco nei...

L’associazione ambientalista Arca interviene sul piano del verde parlando di un testo "già vecchio ancor prima di nascere, opaco nei...

L’associazione ambientalista Arca interviene sul piano del verde parlando di un testo "già vecchio ancor prima di nascere, opaco nei...

L’associazione ambientalista Arca interviene sul piano del verde parlando di un testo "già vecchio ancor prima di nascere, opaco nei metodi e traditore nella sostanza". Un regolamento che per Arca "invece di proteggere, rischia di istituzionalizzare il declino del patrimonio naturale".

"Il primo vizio d’origine è la sua redazione in assenza del Piano del Verde, che in più di tre anni l’amministrazione non ha saputo redigere - proseguono gli ambientalisti -. Senza il censimento, lo stato di salute e la mappatura del valore ecologico degli alberi, ogni norma è un esercizio astratto, destinato all’incoerenza e a future, costose, revisioni. Un fallimento programmato della pianificazione. Da un lato si parla di tutela del paesaggio, dall’altro si bandiscono piante che sono identitarie della costa carrarina, per sostituirle con palme dal valore ecologico nullo. Una resa alla pinofobia e alle logiche di mercato dei vivai, che decidono così il futuro panorama della città. Una scelta che non ha alcun fondamento scientifico, ma solo culturale e commerciale.

Il testo permette abbattimenti per motivazioni vaghe e soggettive come decoro o sicurezza - vanno avanti da Arca -, senza l’obbligo di perizie strumentali indipendenti, che ne dimostrino la necessità. E qui il cerchio si chiude sul chiaro conflitto d’interesse: il tecnico incaricato di redigere le norme di tutela è lo stesso che ha firmato l’abbattimento di 44 pini in salita San Ceccardo. Manca qualsiasi strategia per portare il verde nei luoghi che ne avrebbero più bisogno, come le aree industriali e artigianali, per il benessere dei lavoratori e la mitigazione dell’impatto ambientale".

Per questo gli ambientalisti chiedono "il ritiro immediato della bozza e l’avvio di un processo partecipato e trasparente". "Elenchiamo 15 proposte inderogabili dal reinserimento del pino all’obbligo di perizie - concludono da Arca -, dalla formazione obbligatoria per dipendenti e ditte all’istituzione di un organismo tecnico indipendente per controllare le perizie ed evitare conflitti d’interesse. Carrara ha una scelta: approvare un regolamento che è una capitolazione all’ignoranza tecnica, o dotarsi di uno strumento al passo coi tempi. Un regolamento moderno parlerebbe di città spugna, di forestazione urbana per combattere le isole di calore".