REDAZIONE MASSA CARRARA

Misero una bomba al Tribunale di Pisa. Scatta l’arresto per due anarchici

Domiciliari per Veronica Zegarelli di Carrara e Luigi Palli. L’accusa: atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi .

Le verifiche delle forze dell’ordine relative al ritrovamento dell’ordigno nei pressi del tribunale di Pisa, dopo l’episodio della notte del 21 febbraio 2023 (foto Del Punta)

Le verifiche delle forze dell’ordine relative al ritrovamento dell’ordigno nei pressi del tribunale di Pisa, dopo l’episodio della notte del 21 febbraio 2023 (foto Del Punta)

Una montatura particolare, un naso evidente, l’andatura dei due in strada, vestiti molto ampi. Gli agenti della Digos di Pisa, in collaborazione con quella di Firenze, sono risaliti a Luigi Palli, 29 anni, nato e residente a Faenza (Ravenna), ma con un domicilio a Pisa, e Veronica Zegarelli, 39, nata a Bologna, residente a Carrara e con un domicilio a Pisa. Sarebbero loro i due responsabili dell’attentato anarchico al Palazzo di Giustizia pisano, loro che nella notte del 21 febbraio 2023 avrebbero posizionato e azionato quella sera stessa (ma non ci fu esplosione) l’ordigno rudimentale al portone del tribunale in via del Buschetto, scoperto poi 24 ore dopo. Gli investigatori, coordinati dalla procura della Repubblica di Firenze, ieri mattina hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per l’uomo e la donna (dato che gli indagati - spiega in un comunicato il procuratore Filippo Spizia erano propensi a ’continuare la lotta’). I due sono conosciuti nell’ambiente anarco insurrezionalista. Quattro le perquisizioni verso altrettanti ritenuti loro "solidali" fra La Spezia e Massa Carrara. Un anno e mezzo di indagini attraverso l’analisi delle telecamere cittadine, delle celle telefoniche, di perquisizioni e intercettazioni in cui i due parlavano proprio dell’uso del cellulare e del fatto di portarselo dietro. Passati al setaccio anche i siti anarchici.

Palli e Zegarelli quel giorno sarebbero stati già a Pisa. All’1 e 32 sarebbero arrivati in via Buschetto posizionando l’ordigno composto da una bottiglia di plastica con dentro, si pensa, benzina, una bombola da campeggio con butano e un petardo. L’immagine da cui erano partiti gli investigatori era quella di due figure accovacciate nel buio, quasi completamente travisate. Due ombre, così come agirebbero di solito, che si allontanano verso via Toscanelli. La ’firma’ era arrivata il giorno dopo il ritrovamento con un documento "siglato dal “Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria- Consegne a domicilio Fai/Fri” con cui viene rivendicata l’azione, perpetrata nell’ambito di una campagna di “complessivo” attacco allo Stato ed alle sue Istituzioni, in solidarietà e supporto all’anarchico Alfredo Cospito", afferma ancora il procuratore. "Abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire", le parole all’epoca pubblicate via web su "Il Rovescio". Il messaggio contiene una lunga spiegazione su che cosa sono le Fai-Fri. L’inchiesta ha interessato anche l’estero, "in un quadro di cooperazione internazionale ed attraverso il coordinamento di Eurojust, il corrispettivo Dipartimento di Intelligence francese".

Il reato contestato nell’ambito dell’Operazione “Delivery”, è di "atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi". L’ordigno, poi inesploso e solo in parte combusto, azionato la sera stessa, per gli inquirenti avrebbe avuto l’intento di danneggiare la struttura. È stato posizionato in un ingresso secondario del Tribunale di Pisa e di notte. Potenzialmente avrebbe potuto ferire. L’ambiente frequentato da entrambi gli indagati - avrebbero appurato i poliziotti della Digos - ha un approccio anticostituzionale e si rifiuta di dialogare con le istituzioni e le forze dell’ordine. I due, già segnalati per altri reati di matrice anarco insurrezionalista per lo più a Carrara, però, frequentano Pisa da tempo dove avrebbero svolto lavori saltuari, come volantinaggio. Sono difesi dall’avvocato Fabio Sommovigo di Spezia, che nel tardo pomeriggio di ieri non aveva "ancora ricevuto gli atti: la ricostruzione, al momento, ci pare indiziaria, valuteremo se fare il riesame". Oggi si terrà l’interrogatorio di garanzia.

Antonia Casini