
Lucio Burroni insieme a Luca Nanti, un giovane commerciante di legna della zona, e uno dei suoi muli
Il silenzio quassù è sovrano, rotto solamente di quando in quando "l’ambasciata" di muli in fila indiana cozza con gli zoccoli in qualche tratto di terreno pietroso. In testa, a guidarli carichi di legna c’è Lucio Burroni, 61 anni, abitante nella frazione montana di Arlia, l’ultimo mulattiere della Lunigiana. "Mi considero figlio d’arte – racconta – Mio padre Marino e i miei zii Aristide e Giuseppe hanno sempre fatto questo mestiere. Il mio primo mulo quando avevo solo 8 anni, ero in terza elementare. A 15 anni ho iniziato a fare il mulattiere stabilmente: tagliando la legna e trasportandola dal bosco fin sulla carrozzabile con i miei muli. Non è un mestiere facile ma lo faccio con grande piacere. Il contatto con le mie bestie mi gratifica: sono animali forti, fieri, non tradiscono. Anni addietro quando il Corpo degli Alpini aveva dismesso i muli, avevo avanzato richiesta di prendere 20". Il suo è un mestiere dove esistono rischi. "Si, quello di ferirsi quando si taglia la legna o se qualche pianta ti cade addosso; inoltre si può scivolare e finire in qualche canalone. Per quanto riguarda il trasporto del legname con gli animali si arriva anche nelle zone più impervie, proprio dove si sono tagliate le piante, senza necessità di dovere fare strade nei boschi". Con Lucio c’è anche Luca Nanti, un giovane commerciante di legna della zona: "Nel caso non si utilizzino gli animali, va considerato il grosso investimento per l’acquisto - spiega - di un trattore idoneo a lavorare nel bosco. E il trattore non riesce certo ad arrivare ovunque, è soggetto a rompersi e usurarsi… Vi sono poi i vincoli idrogeologici da rispettare: non è che si possano fare strade e piste forestali a proprio piacimento. La domanda di legna da ardere è tanta ai giorni nostri; l’offerta è notevolmente inferiore, determinata dalla difficoltà, la durezza del lavoro di boscaiolo, inoltre sono molte le normative da rispettare". La giornata tipo di Burroni: "L’estate sveglia alle 4, oltre le 10 infatti, fra il caldo e i tafani che tormentano le bestie non si può resistere; l’inverno invece mi alzo più tardi e si lavora in base alle condizioni climatiche. Se piove gli animali si ricoverano in stalla. Un mulo porta per volta anche 2,5 quintali ma dipende da molte cose. Più volte ho incontrato anche lupi per via dell’odore dei muli e il rumore dei loro zoccoli. E’ dura ma è bella questa esistenza. Se la consiglierei a un giovane? Certamente, se ha la passione e ama farlo". Una vita di libertà, a contatto con la natura". Roberto Oligeri