
L’invito dello studioso e storico Carlo Vignali a puntare sul patrimonio esistente indirizzata ai comitati al lavoro per la candidatura a capitale della cultura 2028.
Per la candidatura di Massa come capitale della cultura nel 2028 non bisogna "andare a cercare tesori in casa d’altri, avendoli qui!", scrive Carlo Vignali, cittadino e storico massese, che per il suo contributo alla candidatura prova a indirizzare la ricerca sulle tracce di Michelangelo, con una lettera indirizzata ai Comitati per la candidatura. Un nome una garanzia, verrebbe da dire. Certo, legami fra Michelangelo e il territorio in passato se ne sono cercati, finanche trovati perché anche scrivere una candidatura di livello è un’arte che come la scultura funziona "Per mezzo di levare", e qualcosa fra il certo e la ‘storia’ merita di essere citato. Vignali, in particolare, fa riferimento alla chiesa parrocchiale di San Rocco e al Crocifisso Ligneo qui custodito, attribuito negli anni sia a Felice Palma sia proprio a Michelangelo.
"Esiste fin da inizio 1600, arrivatovi per via ereditaria dallo scultore massese Palma (1583-1625), un grande Crocifisso ligneo attribuito nel 1961 appunto a Michelangelo (1475-1564). Il Crocifisso ligneo di Michelangelo – sottolinea Vignali, riportando quella che è una parte della ricostruzione storica – fu da lui realizzato nel 1493 ad appena 18 anni: nel 1550 Vasari e Condivi lo descrissero sull’altare della Chiesa di Santo Spirito a Firenze “alto poco meno che il naturale”, ma nel 1607 fu tolto per il ripristino della Chiesa stessa e scomparve. Successivamente un grande Crocifisso ligneo ricomparve nella casa dello scultore massese Palma che, resistendo alle offerte del carrarino Tacca “invaghito d’oltre modo d’opera sì bella …”, lo lasciò in eredità al fratello religioso francescano; il frate, alla morte del fratello, ne fece dono alla Compagnia di San Rocco alla Rocca".
Cristo che, appunto, è ad altezza naturale, e dal 1700 si trova nella Chiesa di San Rocco. Nel tempo, una prima attribuzione fu fatta dallo storico Baldinucci, ricorda Vignali, proprio al Palma, confermata poi dallo studioso massese Giampaoli nel 1905 e dal canonico Mussi storico della Curia massese. "Ma nel 1959 il professor Alessandro Parronchi, docente universitario di Storia dell’Arte e scrittore fiorentino ma soprattutto studioso del Rinascimento ed in particolare dell’opera di Michelangelo, scoprì questo Crocifisso della Rocca e ne promosse il restauro alla Sovrintendenza di Pisa (1960/65) – continua Vignali –. Studiandolo approfonditamente durante tale restauro si convinse trovarsi di fronte all’opera di Michelangelo scomparsa e tale identificandola con un Saggio di studio universitario a Urbino nel 1961 nella sua prima opera giovanile del 1493 in legno. La stessa Soprintendenza di Pisa riconoscendone il valore, ordinò una imponente mole di lavori di ristrutturazione nella Chiesa della Rocca realizzati tramite la Curia Diocesana e l’Amministrazione Comunale". Sulla bellezza dell’opera, esperti e studiosi sono tutti concordi. Aggiungendo il fascino di un’attribuzione a Michelangelo, se pur non certa e documentabile, per Vignali "il Crocifisso ligneo della Rocca può essere a pieno titolo inserito tra le opere da esibire al pubblico da parte dell’amministrazione e suoi Comitati, in occasione della candidatura di Massa a Capitale della Cultura 2028".
Vignali evidenzia infine come alla Rocca ci siano altre bellezze e ricchezze culturali di cui far vanto nella candidatura, se pur in una "frazione suburbana purtroppo trascurata da questa amministrazione comunale", perché è qui che si trovano il Castello Malaspina e Villa Massoni "ma anche la storica Chiesa di San Giacomo Maggiore o della Madonna del Carmine di fine 1600 realizzata dai nostri Cybo-Malaspina affiancata al Convento di Santa Chiara, e sempre storiche le due statue di San Rocco, di cui una grande sita all’interno in legno e tessuti, databile 1700, recentemente restaurata a cura e spese dei parrocchiani ed esposta fino a poco tempo fa nel Museo Diocesano di Massa, e l’altra invece marmorea più piccola posta nella nicchia della facciata esterna della Chiesa della Rocca datata fine 1400".