
La scuola Padre Giacinto Bianchi
Inizia l’anno scolastico ma le porte della scuola Padre Giacinto Bianchi (ex scuola Battolla) di via Cavour a Massa non si apriranno. Una grave perdita per la nostra città e che era già nell’aria da alcuni anni: ovvero dopo che la struttura, di proprietà delle Suore figlie di Maria Missionarie, conosciuta da tutti con il nome ottocentesco di Battolla, è stata ceduta a un nuovo gestore, il Consorzio Zenit, nuova azienda che già gestisce in città l’Università pontificia del Sacro Cuore, fisicamente in loco dal 2024.
Tanta l’amarezza delle docenti e delle famiglie perché non è stato possibile concludere il ciclo d’istruzione: la classe quarta, ultima rimasta, ha dovuto trovare soluzioni in altre scuole della città. "Per i bambini della futura classe quarta non è facile – osservano le famiglie –. I nostri bambini sono stati strappati dai loro affetti, dall’amore e sorrisi delle insegnanti e delle suore che per loro erano punto di riferimento da sempre fondamentale nel loro percorso. Sono stati privati di un luogo solido e sicuro che per loro era casa. Sono stati divisi e così non potranno proseguire il loro cammino insieme. Da considerare che la maggior parte di loro si conosce dall’età di 14 mesi: sono cresciuti insieme".
Le famiglie avrebbero proseguito almeno questi due ultimi anni per concludere in armonia il percorso di studi avviato con le insegnanti. "Siamo stati costretti a dividerci e, per alcuni, non è stato possibile continuare in una scuola a educazione cattolica scelta e desiderata da sempre, sin dall’iscrizione – sostengono –. Infatti, alcuni hanno dovuto scegliere la scuola pubblica non avendo trovato sistemazione in altra scuola paritaria. Ora un nuovo mondo che avremmo voluto presentare loro tra due anni. Ma dopo tante e ripetute promesse ci hanno invitato a uscire, nonostante le rassicurazioni iniziali di far termine i cicli di studio presenti".
Insomma, porte chiuse per quella scuola ultra centenaria che ha accompagnato centinaia di famiglie nel percorso educativo e d’istruzione di un’intera comunità. "Avremmo anche accettato di usufruire di un’unica aula, anche per la mensa, lasciando liberi gli altri spazi per l’università, di cui il Battolla adesso è sede. Abbiamo condiviso gli spazi con l’università già lo scorso anno e non sarebbe stato un problema. Ci saremmo fatti bastare il minimo indispensabile, ma sono stati insensibili ad ogni proposta – concludono famiglie e docenti –. Abbiamo chiesto aiuto anche al vescovo ma non è servito a niente".
Angela Maria Fruzzetti