
Suor Fiorella, Annalaura e Laura che tengono aperto l’istituto del Cappelletto
La congregazione delle figlie di Maria Ausiliatrice il 24 maggio compirà cento anni. In città l’ordine femminile dei salesiani è rappresentato dalle cinque suore del Cappelletto, che oltre a festeggiare il centesimo anno della loro presenza in città celebreranno anche i sessant’anni di professione religiosa di suor Annalaura e suor Maria.
Le altre due sorelle che vivono nel convento di viale Potrignano sono la direttrice suor Fiorella originaria di Bibbiano in provincia di Reggio Emila, e suor Laura che ha 26 anni e frequenta l’università. In occasione del centenario il 23 maggio nella cappella dell’istituto sarà celebrata la messa dal vescovo Mario Vaccari e a seguire ci sarà un’apericena. Il Cappelletto era nato come orfanotrofio, ma con il passare degli anni è diventato un collegio poi, attualmente, è usato come casa famiglia in collaborazione con i servizi sociali del Comune di Carrara.
All’interno dello storico edificiodi viale Potrignano, c’è anche un asilo paritario che fino a qualche anno fa era amministrato dalle suore, ma che adesso è affidato in gestione alla cooperativa di giovani famiglie ‘L’incontro desiderato. "L’istituto fu fondato dal conte Ernesto Lombardo nel 1919 – racconta suor Fiorella –: dopo la prima guerra mondiale per dare una mano alle famiglie aveva acquistato questo edificio per raccogliere le orfanelle. Con lui è nato anche il laboratorio di sartoria dove le bambine imparavano il mestiere della sarta e i primi rudimenti del sapere. Leggendo le cronache dell’istituto le prime suore che sono state qui erano quelle dell’Immacolata, mentre nel ’25 è stata richiesta la nostra presenza a Carrara, e da allora non siamo più andate via. Il nostro ordine è originario del Piemonte, siamo nate nel piccolo paese di Mornese in provincia di Alessandria – prosegue la direttrice suor Fiorella –. Noi siamo il ramo femminile di quella che è la realtà dei salesiani. Ha fondato l’ordine con l’aiuto di Maria Domenica Mazzarello, che è stata la prima suora e ha saputo incarnare al femminile quello che era lo spirito salesiano. All’inizio le suore stavano con le orfanelle, lavoravano e si occupavano delle bambine a 360 gradi – va avanti suor Fiorella –, poi nel tempo l’opera si è aperta e da quando è diventata comunità a dimensione familiare, verso la fine degli anni Novanta, è stata introdotta la figura dell’educatrice, noi qui ne abbiamo sei. Attualmente abbiamo due comunità a dimensione familiare, una che si chiama Margherita Bosco e una Laura Vicuna. Al massimo possiamo accogliere 12 ragazze, e unito a questo abbiamo la possibilità di dare una pronta accoglienza. Così accogliamo in emergenza le ragazze che ci mandano le forze dell’ordine o il Comune come casa protetta. Nel pomeriggio è operativa l’attività di doposcuola".
"La realtà di Carrara è fatta di tanto volontariato, le persone sono sempre state molto sensibili e attente a questa realtà, fin da subito – conclude suor Fiorella –. E di questo noi siamo molto riconoscenti perché queste ragazze hanno bisogno di sentire un ambiente familiare. Ci teniamo a far sì che si sia uno scambio e un’apertura con il quartiere. Ci teniamo a essere una presenza a servizio di questa opera, ma inserite in un contesto. Il nostro è un istituto aperto ed è forte questa dimensione, perché per lavorare in ambito educativo ci deve essere una comunità che abbraccia tutto".