
Calano i lavoratori nei settori del commercio, della logistica e dell’edilizia. Impressionante il bilancio di alberghi e ristoranti: persi 262 posti. In totale siamo passati dai 7.715 dello scorso anno ai 6.817 attuali.
Dati in flessione nei contratti dei lavoratori. Un saldo generale purtroppo negativo che riguarda il primo trimestre 2025 in rapporto allo stesso periodo di appena 12 mesi fa. Numeri che riguardano il territorio di Massa-Carrara e forniti dalla Regione attraverso i dati Sir elaborati dai Centri per l’impiego. Ma non sono solamente i contratti ad aver subito una flessione, bensì anche interi settori come il commercio, la logistica, l’edilizia e infine, dato molto alto verso il basso, il settore alberghi e ristoranti.
Andando con ordine, il dato complessivo relativo alle movimentazioni in entrata di lavoratori e lavoratrici, considerati tutti i tipi di contratto, nel primo trimestre 2025 chiude con ben 898 ingressi in meno, passando dai 7715 dello scorso anno ai 6817 attuali. Una diminuzione significativa e seria, che richiederà approfondimenti. Calo nel settore della costruzioni, penalizzate dai ritardi e dai blocchi nei vari progetti legati al Pnrr, da cantieri fermi e una diffusa presenza di ‘lavoro sommerso’. I contratti nel settore costruzioni sono calati di 129, da 739 a 610. In perdita anche il commercio, che passa da 610 a 552 contratti; un calo che colpisce soprattutto le lavoratrici, segno di un andamento complessivo debole di un settore già in difficoltà.
Risulta in flessione anche il settore della logistica, ridotta da 335 a 295 nuovi contratti. In questo caso, nonostante la crescita industriale, la logistica non segue lo stesso trend positivo. Si tratta di un ulteriore segnale di incertezza sul fronte dei trasporti e della distribuzione. Impressionante è invece il dato in calo del settore alberghi e ristoranti, considerata anche le potenzialità del territorio apuano in fatto di turismo, dai monti al mare. In questo caso i contratti scendono dai 1267 del 2024 ai 1005 di quest’anno, con circa il 20 per cento in meno e 262 contratti mancanti. Viene inoltre specificato che la riduzione riguarda tutte le tipologie contrattuli, inclusi i contratti a tempo determinato e altre forme flessibili.
In grande decrescita risulta infine il settore ‘altro’, che racchiude al proprio interno una serie di attività lavorative non inquadrate in un contesto lavorativo preciso. Si tratta di un settore che comprende di solito le attività residuali, i servizi alla persona e altre mansioni non meglio precisate. In questo caso, i contratti sono scesi da 1506 a 917, con un meno 60 per cento corrispondente a ben 589 contratti in meno.
Rispetto al trimestre 2024 ci sono però anche alcuni settori che chiudono con un segno positivo. L’agricoltura è sostanzialmente stabile, con un piccolo incremento da 247 a 260 contratti. In crescita anche l’industria, che passa da 1268 contratti a 1357, con le imprese locali che continuano però a ‘pompare’ lavoro grazie al ricorso a manodopera proveniente da fuori zona, che spesso contribuisce fiscalmente altrove. In ripresa infine anche istruzione e sanità, passate da 916 a 961 contratti, e i servizi alle imprese, in crescita da 827 a 860 contratti.