REDAZIONE MASSA CARRARA

Fincom sfiducia il consiglio. Bocciato dai soci il bilancio: "Cambio di passo nelle scelte"

La maggioranza della società chiede una nuova governance e un’inversione nella gestione. Sono 180 i negozi cittadini affiliati alla finanziaria: "Vogliamo verderci chiaro".

La maggioranza della società chiede una nuova governance e un’inversione nella gestione. Sono 180 i negozi cittadini affiliati alla finanziaria: "Vogliamo verderci chiaro".

La maggioranza della società chiede una nuova governance e un’inversione nella gestione. Sono 180 i negozi cittadini affiliati alla finanziaria: "Vogliamo verderci chiaro".

Commercianti e alimentaristi bocciano il bilancio e sfiduciano il consiglio di amministrazione di Fincom, la costola finanziaria della Copac, una realtà consolidata che raccoglie 180 soci. Uno scontro che aleggiava nell’aria e che si è concretizzato nell’ultima infuocata assemblea a cui ha partecipato una larga rappresentanza di soci. Alla base della bocciatura "scarsa chiarezza, mancanza di informazione, assenza di condivisione e di partecipazione nelle scelte". La maggioranza dei soci ora chiede un cambio di passo nella governance della società, che coincida con una netta inversione di tendenza.

"Un voto che nulla sposta circa la storia, lo stato di salute e il futuro della società - scrive una parte degli azionisti -, ma che richiede un cambio di passo nelle scelte, nella gestione e al vertice e nel governo della società. Quindi, grandi prospettive per il futuro, ma necessità di un cambio immediato, in coerenza con il chiaro indirizzo emerso in assemblea". Tra le cause del dissidio anche il mancato pagamento, da circa un biennio, del 3% dei ristorni del dividendo, gli stessi che hanno consentito a Copac di comprare il magazzino e un capannone del centro Tuscania, proprio dietro l’Esselunga di Turigliano. Copac in sostanza è un magazzino dove si riforniscono alimentaristi, commercianti e soci della Srl, ed era nata negli anni Settanta per dare una risposta alla mancanza di un magazzino. Negli anni a seguire i soci ricevettero un 3% di ristorni in base al fatturato, introito a cui rinunciarono proprio per poter acquistare gli attuali spazi del centro Tuscania. Ma essendo Copac un’associazione senza scopo di lucro, per poter realizzare l’operazione immobiliare venne fondata la Fincom. Ma i dissapori con l’attuale consiglio di amministrazione hanno portato alla sfiducia, anche dopo che è stato cambiato lo statuto della stessa Fincom. Sul tavolo anche l’acquisto di un terreno a Fiumaretta, che la maggioranza dei soci non ha ben digerito perché la governance l’avrebbe comunicato con due anni di ritardo rispetto all’acquisizione. Una mancanza di "trasparenza" sostengono gli azionisti "soprattutto nei confronti dei soci più anziani, che spesso proprio a causa della loro età non riescono a partecipare alle riunioni".