
L’onorevole Chiara Colosimo
Il loro sogno è che la Direzione distrettuale antimafia (Dda) abbia una sede anche nella provincia di Massa Carrara. Tant’è che sarà questa la richiesta principale che la Fondazione Antonino Caponnetto ha intenzione di rivolgere all’onorevole Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, attesa nel nostro territorio per affrontare il tema della recente maxi operazione anti-droga che ha portato all’arresto di 9 persone. "La recente operazione che ha visto il nostro territorio come un autentico ’hub’ del traffico illecito di sostanze stupefacenti – scrive la Fondazione – è un’ulteriore conferma su quanto sia la nostra provincia di interesse sempre più radicato della criminalità organizzata. Nell’ultimo rapporto 2020 di Omcon e Fondazione Caponnetto era emersa la possibilità dell’esistenza di una macroarea criminale riguardante il settore spezzino-apuo-lucchese, con una forte influenza lombarda. Nel report venne evidenziato il livello di infiltrazione nell’area da parte della ‘ndrangheta. Nella nuova operazione si possono riscontrare possibili segni di questa macro-area, infatti i territori interessati dall’attività di spaccio riguardano le province di Massa Carrara, La Spezia, Lucca e Milano. Un’operazione, diretta dalla Dia, che ci fa comprendere il rischio che il territorio diventi, de facto, un ’hub’ consolidato del crimine". La Fondazione, in proposito, ricorda la richiesta ufficiale alla Commissione parlamentare antimafia di venire nella provincia di Massa Carrara in quanto la nostra provincia è dal 2013, anno dell’istituzione della commissione, che viene citata nei verbali delle sedute della stessa commissione (vedi il caso delle infiltrazioni mafiose alle cave). Richiesta che era stata avanzata sia dalla Fondazione, con l’avvallo del presidente Salvatore Calleri e le firme di Milene Mucci (referente locale), Gino Angelo Lattanzi, Pier Paolo Santi e Francesco Sinatti, sia di Omcom e dei fondatori di ’Inchiostro Scomodo’. "Siamo pertanto in fiduciosa attesa – conclude la Fondazione – dell’arrivo della presidente della commissione Colosimo considerando l’impegno pubblico che si è assunta di fronte all’evidenza di fatti e circostanze quali le nove interdittive antimafia emesse dal prefetto nei confronti di imprese in gran parte operanti nell’economia derivata dal detrito del marmo".