
La processione a Pontremoli
La parrocchia di San Nicolò ha celebrato domenica la Festa del Cristo Nero con una messa solenne presieduta dal cardinale François-Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio e animata della Corale di Santa Cecilia. Di incerta provenienza la scultura (forse del XVI secolo) è legata ad una leggenda misteriosa e viene esposta tradizionalmente in genere ogni 25 anni in cattedrale. Nel secolo scorso sono state solo quattro le volte, nel 1900, nel 1945 a conclusione del conflitto mondiale, nel 1974 e nel 2000. La festa ruota attorno alla venerata effige del Cristo Nero, custodita nella chiesa di san Nicolò.
Questa immagine del Crocifisso, scura per via dei materiali e dell’antichità, è considerata un’espressione profonda della pietà popolare locale. Questo tema è stato affrontato in settimana dal professor Paolo Lapi che ha tenuto una conferenza dal titolo: "Il Santissimo Crocifisso di San Nicolò ovvero ‘Il Cristo Nero’: un’espressione fedele della pietà popolare". Si tratta di una festa molto sentita dai parrocchiani storici legati al crocifisso collocato nell’abside dell’altar maggiore.
Ne ha parlato l’altra sera in chiesa lo storico Paolo Lapi che ha trattato il tema "Il Cristo Nero espressione della fede popolare". La leggenda racconta che una donna di nome Liberata, che abitava nella contrada, ospitò una sera di molti secoli fa, un povero pellegrino con un pesante fardello sulle spalle, bisognoso di ricovero. Il mattino seguente però l’uomo era scomparso. Ma dalla soffitta dell’abitazione, dove l’uomo aveva dormito, scaturiva una misteriosa luce. Qui fu scoperto un sacco lasciato dallo sconosciuto: avvolto in un panno c’era il prezioso crocifisso che venne conservato nella vicina chiesa diventando una specie di icona salvifica per i fedeli. Ricordi più recenti legati al periodo della seconda guerra mondiale accreditano al Cristo Nero una particolare protezione dai bombardamenti.
Una pioggia di bombe iniziò a scatenarsi l’11 maggio 1944 per replicare l’azione a settembre e poi a febbraio del ‘45 con una serie di attacchi in vista dell’epilogo finale: 12 i morti tra i civili e macerie tra cui il ponte di Porta Parma, la chiesa di San Pietro e la Villa Lorenzelli. Gli obiettivi erano la ferrovia, i ponti stradali e la "Berta", un cannone che i nazisti nascondevano all’interno di una galleria. Tra le tante bombe una, il 18 marzo 1945, colpì una casa di Via Garibaldi proprio di fronte alla Chiesa di San Nicolò. Stranamente l’ordigno non scoppiò, rimase inerte come bloccato da una mano santa.
E la devozione popolare fideisticamente riconobbe l’intervento del Cristo Nero. Un piccola lapide murata nella facciata della casa ricorda l’evento davvero miracoloso del 1945. La mancata esplosione fu attribuita alla grazia concessa alla città da quel Cristo di legno scuro. La settimana di preparazione si è svolta con le predicazione di Monsignor Antonio Costantino Pietrocola. Nella serata di giovedì si è svolta la processione con la quale è stata trasportata la scultura del Cristo Nero dalla chiesa di San Nicolò al Duomo. Il momento clou dell’evento religioso domenica al solenne pontificale presieduto dal cardinale François-Xavier Bustillo e poi alla sera con la processione che ha portato nelle vie del centro storico il Cristo Nero.
N.B.