
I cittadini contro la discarica si oppongono a ulteriori conferimenti. E l’associazione chiede la riconversione dell’area in un parco fotovoltaico.
MASSASono giorni decisivi per il futuro di Cava Fornace, con la preoccupazione dei comitati giunta al culmine. Tra una settimana ci saranno infatti due scadenze importanti dato che il gestore (Programma ambiente Apuane) dovrà presentare alla Regione sia il progetto finalizzato a ottenere il provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) sia gli atti legati alle prescrizioni della stessa Regione per la messa in sicurezza del sito dopo il crollo dell’argine avvenuto all’interno dell’area nel maggio 2024. Giocando d’anticipo, o forse temendo il peggio, il Comitato cittadino per la chiusura di Cava Fornace ha inviato una diffida alla Regione affinché dia parere negativo al Paur. "La Regione deve rigettare il progetto di completamento oltre quota 43 metri – spiegano – presentato dal gestore. L’istanza di conclusione negativa del procedimento si fonda su una serie di elementi che evidenziano gravi criticità sotto il profilo ambientale, procedurale e autorizzativo, aggravate dal cedimento strutturale avvenuto il 6 maggio 2024. Secondo la relazione tecnica della Direzione regionale per la tutela dell’ambiente già prima dell’incidente c’erano state infatti delle inadempienze in merito alle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale, specie per il mancato completamento delle opere previste nella fase 1. Carenze che avrebbero dovuto comportare l’immediata attivazione dei procedimenti sanzionatori, ma così non è stato". Il comitato, che chiede la chiusura definitiva della discarica e la bonifica dell’intero sito, ricorda inoltre che Alia – azionista di Programma ambiente Apuane all’85% – ora si chiama Plures. "È una multiutility – dicono – che fa della sostenibilità ambientale e sociale il centro della sua strategia. Vorremmo chiedere a Plures e ai suoi vertici se Cava Fornace sia sostenibile trovandosi in un luogo che per conformità idrogeologica non dovrebbe essere adibito a discarica. Vedi la vicinanza del Lago di Porta, dove il 6 maggio 2024 sono finiti migliaia di litri di percolato e con le analisi di Arpat che hanno rilevato la presenza di fibre di amianto, ferro, alluminio e solidi sospesi con limiti superiori a quanto stabilito per scarichi industriali".Torna alla carica anche Legambiente con una proposta ecologica già avanzata un anno fa e ritenuta ancora valida: riconvertire Cava Fornace in un grande parco fotovoltaico. "Questo intervento – spiegano i circoli di Massa-Montignoso, Carrara e Versilia e il presidente regionale Fausto Ferruzza – ne consentirebbe la riqualificazione, contestualmente alla sua chiusura e definitiva messa in sicurezza ambientale. Sollecitiamo ancora una volta le amministrazioni locali e gestore ad accogliere questo progetto. Montignoso ha manifestato interesse verso questa ipotesi e Pietrasanta ha apertamente espresso contrarietà all’incremento delle volumetrie della discarica. La riproponiamo con forza – concludono – visto che uno degli argomenti di Programma ambiente Apuane è che l’incremento delle volumetrie sia necessario per rendere economicamente sostenibile la gestione post mortem della discarica. Installando invece pannelli fotovoltaici in grado di produrre da 7 a 8,5 milioni di kwh significherebbe consentire la nascita nelle aree limitrofe, sia verso Montignoso sia verso Pietrasanta, di una Comunità energetica rinnovabile: dopo anni di criticità ambientali tollerate, la popolazione potrebbe persino godere di qualche vantaggio da questo sito".