MICHELE SCUTO
Cronaca

Un anno dalla frana. I timori del comitato: "Perchè Cava Fornace non è stata chiusa?"

Confermato lo slittamento di tre mesi per la presentazione del Paur. L’assessore Francesconi: "La linea è tracciata: chiusura e messa in sicurezza. La proroga permette al gestore di elaborare un progetto in tal senso". .

Confermato lo slittamento di tre mesi per la presentazione del Paur. L’assessore Francesconi: "La linea è tracciata: chiusura e messa in sicurezza. La proroga permette al gestore di elaborare un progetto in tal senso". .

Confermato lo slittamento di tre mesi per la presentazione del Paur. L’assessore Francesconi: "La linea è tracciata: chiusura e messa in sicurezza. La proroga permette al gestore di elaborare un progetto in tal senso". .

Il 6 maggio 2024 una frana interna alla discarica di Cava Fornace provocò uno sversamento di percolato che raggiunse la via Aurelia, la Fossa Fiorentina e l’area protetta del Lago di Porta. L’episodio, classificato come grave evento ambientale, segnò un punto di svolta nella discussione pubblica sul futuro dell’impianto. A distanza di un anno, la situazione resta sospesa. Il Comitato per la chiusura di Cava Fornace torna a chiedere risposte, temendo che, nonostante quanto accaduto, si stia andando verso una prosecuzione dell’attività. "Abbiamo saputo per vie non ufficiali che la Regione avrebbe concesso tre mesi di proroga al gestore per la presentazione di un nuovo progetto – afferma Dino Cagetti – e questo ci preoccupa. Dopo il 6 maggio scorso ci aspettavamo una chiusura definitiva. L’elaborazione di un nuovo piano suggerisce invece un’intenzione di continuare fino alla saturazione del sito". Sulla stessa linea Enrico Biselli, altro rappresentante del Comitato: "Nel piano del 2023 si escludeva categoricamente un evento come quello accaduto. Ma è successo. Le rassicurazioni si sono dimostrate infondate. E oggi ci troviamo ancora in attesa di una decisione definitiva, mentre si continua a concedere tempo per integrare documentazioni da parte del gestore".

A chiarire la posizione dell’amministrazione comunale di Montignoso è l’assessore all’ambiente, Giulio Francesconi, che conferma lo slittamento della scadenza per la presentazione del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale), inizialmente previsto per il 30 aprile e ora rinviato al 30 luglio. "Dopo l’incidente – spiega – ci sono stati numerosi incontri tra le amministrazioni comunali di Montignoso e Pietrasanta, la Regione Toscana e i gestori. Si è lavorato per definire una linea condivisa che porti alla chiusura del sito e alla sua messa in sicurezza, con l’obiettivo di affrontare adeguatamente anche la fase post mortem, che sarà la più complessa da gestire". Secondo Francesconi, la proroga ha l’obiettivo di permettere al gestore di presentare un progetto che risponda alle indicazioni emerse nei tavoli istituzionali. "L’intenzione delle amministrazioni è chiara: chiusura e messa in sicurezza. Il progetto atteso a luglio dovrà riflettere queste richieste. Si è scelto un approccio che favorisca un accordo bonario tra le parti, pur restando vigili sul rispetto degli impegni".

Sull’aspetto ambientale, l’assessore riferisce che le analisi svolte da laboratori incaricati dal Comune non hanno rilevato inquinamenti in atto dopo l’incidente. "Dal punto di vista ambientale siamo relativamente tranquilli, ma resta da gestire la parte più delicata: il futuro del sito. Tutti questi aggiornamenti sono stati condivisi anche in Commissione Cava Fornace, dove i comitati sono stati informati dell’intesa raggiunta con la Regione e il gestore". La situazione, a un anno di distanza, rimane aperta. Tra richieste di chiusura, necessità di messa in sicurezza e la gestione delle fasi future, il futuro di Cava Fornace dipenderà dalle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi.

Michele Scuto