
Il Comune tiene bloccati 600mila euro destinati ai. dipendenti
Più di 600mila euro destinati ai dipendenti fermi a palazzo civico. Da oltre due anni l’amministrazione non ha dato seguito alle progressioni economiche, ai premi di produzione e ai salti di carriera dei lavoratori comunali.
Così gli oltre 300 dipendenti di piazza Due giugno non hanno avuto il premio di produttività previsto dopo le pagelle di merito. Circa 300mila euro, mille a testa annuali, fermi nei cassetti di palazzo. Idem per le progressioni orizzontali: scatti di carriera che interessano una cinquantina di persone per 30mila euro. Infine niente è dato sapere degli 88mila euro per quella novantina di persone con ruoli dirigenziali riconosciuti.
La battaglia è tutta della Cisl che dopo aver chiesto chiarimenti all’amministrazione e dopo non aver ottenuto risposta minaccia lo sciopero e lo stato di agitazione. "Abbiamo scritto alla sindaca lo scorso aprile per sollecitare le pratiche, ma tutto tace – spiega il responsabile della Funzione pubblica Enzo Mastorci –. Non abbiamo avuto l’onore di alcuna risposta, al di la di qualche dichiarazione verbale del segretario generale. Avevamo sottolineato l’inadempienza rispetto alle progressioni orizzontali, alla produttività e alle indennità legate alle particolari responsabilità. Sono trascorsi ormai due mesi e mezzo e anzichè risposte concrete abbiamo ricevuto soltanto maldestre richieste di modifica unilaterale dell’orario di lavoro di servizi come nidi e polizia municipale. Per le motivazione già espresse, riteniamo inaccettabile che le indennità per specifiche responsabilità del 2022 – 2023 e 2024 non siano ancora state erogate alla pari della liquidazione della produttività 2023. La gravissima stagnazione in cui versa il Comune riguarda anche la mancata erogazione delle progressioni orizzontali, tutti istituti contrattuali oggetto di appositi e pregressi accordi. Abbiamo l’impressione che volutamente l’amministrazione comunale voglia penalizzare le proprie risorse umane".
La Cisl chiede dunque che vengano erogati i compensi entro i prossimi 10 giorni, altrimenti si il sindacato si vede costretto a dichiarare lo stato di agitazione.
Cristina Lorenzi