
La foto del post di Menesini mentre corre
E’ il grande sconfitto di questo giro elettorale, non perché non ha raccolto voti, che probabilmente ha, ma perché il suo partito (il Pd) gli ha semplicemente impedito di correre. Se a livello comunale (a Capannori) la candidatura alle regionali di Luca Menesini non aveva incontrato ostacoli, a livello di territoriale il fuoco di fila è stato intenso e si era concluso con una bocciatura. Lunedì notte la segreteria regionale ha avallato la scelta e per quello che circa un anno fa era stato l’indiscusso architetto delle elezioni provinciali, è una pillola dura da ingollare.
Menesini ha affidato a un post su Facebook, accompagnato non a caso da una foto mentre corre in gara, le sue riflessioni ringraziando chi ha avuto al suo fianco ma non rinunciando a levarsi sassolini.
"La mia disponibilità a candidarmi – spiega – aveva un obiettivo semplice: dare il mio contributo per rendere la lista più competitiva possibile, raccogliendo il consenso dei tanti cittadini e cittadine che avevano espresso sostegno a mio favore e massimizzare così il risultato del Partito Democratico, a sostegno di Eugenio Giani Presidente, attraverso l’entusiasmo di una comunità larga e fatta di tanti volti differenti. Come si fa politica ognuno lo interpreta a modo suo, ma il valore più alto deve restare per tutti quello di costruire insieme. Insieme definire obiettivi da raggiungere, insieme costruire comunità che accolgono, insieme immaginare un futuro che genera, come in questi anni abbiamo fatto, insieme, nelle Istituzioni che ho avuto l’onore e l’onere di guidare. Appare chiaro che, forse confidando in elezioni dagli esiti scontati, una parte del Pd ha ritenuto di affidarsi a un approccio più conservativo nell’esprimere le liste per la nostra provincia, scegliendo altri profili. Questa scelta evidentemente non la condivido e la ritengo sbagliata, ma ne prendo atto e la rispetto". L’ex sindaco assicura l’intenzione di continuare l’impegno. "Continuerò a lavorare per il cambiamento – aggiugne – perché ci sono processi che non si possono fermare, al massimo si rallentano".