
Al cliente erano stati rubati a più riprese 5mila euro dal conto corrente (foto archivio Ansa)
Lucca, 10 giugno 2025 – Prelevano a più riprese 5mila euro dal conto corrente, ma Poste Italiane avvisa tardi il legittimo titolare della carta, forse spedita erroneamente a Napoli: l’azienda dovrà risarcire integralmente il cliente truffato.
Si tratta di una sentenza che potrebbe fare scuola quella pronunciata dal Giudice di pace di Lucca lo scorso 23 maggio.
Al centro della vicenda un cittadino di Capannori che, vittima di un sofisticato raggiro informatico, si è visto sottrarre migliaia di euro dal conto postale attraverso una decina di prelievi effettuati da uno sportello a Napoli, città dove non si era mai recato. Dall’azienda, però, nessun messaggio di avviso, né allerta: l’uomo ha scoperto della truffa solo dopo aver parlato con una dipendente dell’ufficio postale, a fatto ormai compiuto.
Data l’anomalia della situazione, il correntista ha chiesto spiegazioni a Poste, sentendosi rispondere che forse la sua nuova carta era stata spedita per errore proprio a Napoli, ma che l’azienda avrebbe rimborsato solo la metà dell’importo prelevato, insinuando in qualche modo che il malcapitato avesse condiviso il proprio pin.
Il cliente, certo della propria correttezza e assistito dall’avvocata Elisabetta Triggiani del Foro di Lucca, ha deciso quindi di rivolgersi al Giudice di pace per ottenere giustizia. E così è stato. Il giudice Gianni Casodi ha accolto la richiesta di risarcimento integrale, condannando Poste Italiane non solo alla restituzione dell’intera somma prelevata, ma anche al pagamento delle spese legali.
La sentenza ha infatti stabilito che la semplice registrazione di un’operazione su un conto corrente non è sufficiente di per sé a dimostrare che questa sia stata autorizzata dal cliente, qualora questo neghi di aver effettuato il pagamento.
Inoltre, secondo la normativa vigente, il rischio connesso all’invio di carte e codici personali resta in capo al prestatore di servizi di pagamento, in questo caso, quindi, a Poste Italiane. Fondamentale anche il richiamo al dovere dell’ente di adottare misure efficaci per la sicurezza dei propri sistemi. Una decisione che potrebbe aprire scenari nuovi per i rapporti tra utenti e istituti finanziari: non può essere il cliente a pagare il prezzo delle falle nei sistemi di sicurezza. In un momento storico in cui le truffe digitali sono sempre più sofisticate, la sentenza stabilisce che è responsabilità delle banche e degli operatori postali prevenire e neutralizzare ogni minaccia.