FABRIZIO VINCENTI
Cronaca

Qualità dell’aria. Via libera al Piano lotta alle polveri sottili

Ok dal Consiglio Regionale. No del centrodestra, il M5S si astiene

Via libera al piano per la qualità dell’aria in Toscana, non senza polemiche politiche

Via libera al piano per la qualità dell’aria in Toscana, non senza polemiche politiche

Via libera al piano per la qualità dell’aria in Toscana. L’ok è arrivato in consiglio regionale con i soli voti favorevoli del Pd e Iv (contrario il centrodestra mentre il M5S si è astenuto). Il testo rende possibili ai Comuni di modulare, in caso di necessità, ulteriori vincoli a quelli già esistenti, come l’estensione delle limitazioni a una più ampia gamma di classi ambientali dei veicoli o il rafforzamento degli strumenti di regolazione dell’accesso nelle ztl, anche attraverso meccanismi di tariffazione degli accessi già esistenti, come per i bus turistici.

Le criticità, come noto, permangono tra l’area fiorentina (per la questione biossido di azoto il cui superamento però non si è verificato nel 2024), per la Piana di Lucca (per le Pm10) e, in tutta la regione, per i livelli di ozono. Tra gli obiettivi del piano, quello decisamente impegnativo di ridurre a zero la percentuale di popolazione esposta ai superamenti dei valori limite di biossido di azoto e delle polveri sottili nel minor tempo possibile, nonché ridurre l’esposizione ai livelli di ozono superiori al valore obiettivo.

Il piano per la qualità dell’aria fissa una serie di azioni. Tra queste il divieto o la limitazione di utilizzo, in aree territoriali indicate o in particolari periodi dell’anno, degli impianti termici alimentati da biomasse più inquinanti (il caso della Piana di Lucca dove in passato ha dato vita a numerose polemiche sulla sua reale utilità); il divieto o la limitazione di automezzi particolarmente inquinanti; il divieto di abbruciamenti all’aperto, in aree indicate o in particolari periodi dell’anno; il finanziamento di incentivi per la sostituzione di impianti termici inquinanti e per l’acquisto di biotrituratori e di autoveicoli a basso impatto; il sostegno ad interventi di razionalizzazione del trasporto delle merci e delle persone, con previsione, tra l’altro, dello spostamento del trasporto merci da gomma a ferro; senza dimenticare le attività di educazione ambientale.