
Alcuni esempi di deregulation legata al dilagare delle “key box“ per i turisti in centro: alcune legate perfino ai tubi del gas
Lucca, 3 settembre 2025 – Qualcuno, soprattutto tra coloro che affittano stanze ai turisti in centro, ha il coraggio di sostenere che le keybox, le orribili scatoline che contengono le chiavi degli appartamenti, siano pochissime e comunque di modesto impatto. La storia è la solita: si tirano in ballo problemi più grandi per minimizzare l’interesse personale che deriva da pratiche a dir poco discutibili. Eppure, basta fare un giro per una delle strade del centro per rendersi conto che le keybox sono, a dir poco, centinaia e l’impatto tutt’altro che modesto. Del resto, tra le 16mila camere a disposizione dei turisti, una discreta parte delle quali in centro storico, una larghissima parte sono gestite da operatori non professionali che nemmeno incontrano gli affittuari per pochi giorni delle strutture e si limitano a lasciare in queste scatolette le chiavi della residenza che si aprono grazie alla digitazione di un codice precedentemente fornito.

La loro presenza è consistente: le troverete collocate in tantissime strade e piazze in ogni modo, al tal punto che non si può certo dire che manchi la fantasia. Molti le hanno direttamente murate sulle facciate di palazzi che nella migliore delle ipotesi sono rinascimentali; altri le hanno appese con tanto di gancio alle inferriate delle finestre degli edifici che sono a piano terra; altri ancora si sono spinti un po’ più in basso appendendole alle finestrine degli scantinati, perfino alle tubature del gas. Il quadro è vario quanto numeroso e sicuramente di dubbio gusto.
A livello di legislazione nazionale, le key box non sono illegali, ma lo diventano se vengono utilizzate allo scopo di effettuare il self check-in, senza che ci sia un riconoscimento degli ospiti in presenza, una situazione non conforme alla normativa vigente e alle circolari emesse dal Ministero dell’Interno. Ma la loro presenza sempre più invadente sta iniziando a far scattare divieti nelle città a maggior impatto turistico: Firenze e Roma si sono già mosse in questo senso vietandole, mentre anche nella vicina Pisa la misura è colma e nei mesi scorsi un’associazione ha deciso di collocare sulle keybox adesivi con su scritto: “Questa città non è un albergo. Fermiamo la speculazione degli affitti brevi”.