REDAZIONE LUCCA

Il lungo lavoro dell’Opificio ”Ritrovati i colori del IX secolo”

Emanuela Daffra, soprintendente delle Pietre Dure, racconta come si è arrivati alla scoperta di numerose informazioni sulla tecnica costruttiva e sui materiali di cui è fatta la scultura.

Giulietti, Marsili, Pardini e Pierucci con alle spalle il Volto Santo restaurato (foto Alcide)

Giulietti, Marsili, Pardini e Pierucci con alle spalle il Volto Santo restaurato (foto Alcide)

Il restauro del Volto Santo, diretto dal settore di restauro Sculture lignee policrome dell’Opificio delle Pietre Dure ed eseguito da Francesca Spagnoli, si è reso necessario per lo stato di degrado dell’opera.

Le attività sono durate più di tre anni: dopo la complessa movimentazione e una fase conoscitiva di indagini diagnostiche (2022-2023) è seguito il restauro negli anni 2023-2025. Le preziose informazioni raccolte hanno permesso di orientare l’intervento e in particolare le scelte più impegnative.

"L’intervento – ha spiegato Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure – ha portato alla scoperta di numerose informazioni sulla tecnica costruttiva e sui materiali di cui è fatta la scultura ed ha svelato la bella policromia nascosta sotto una ridipintura scura, restituendo al Volto Santo l’aspetto che aveva dal IX al XVII secolo. Il Volto Santo di Lucca è uno dei tre più antichi crocifissi lignei d’Occidente e il meglio conservato: tutti i risultati delle indagini diagnostiche, eseguite sull’opera, concordano nel datarlo al IX secolo. Sotto una colorazione superficiale scura, stesa sulla scultura e sulla croce a partire dal XVII secolo, in maniera non uniforme nelle diverse parti, sono tornati visibili gli incarnati del volto, delle mani e dei piedi del Cristo; le decorazioni in foglia oro del bordo delle maniche e dell’orlo della veste; quella raffinata del girocollo (forse quattrocentesca); la colorazione giallo-bruna dei capelli e della barba. La veste è adesso di colore blu scuro, una stesura costituita da lapislazzuli di altissima qualità e in buono stato di conservazione".

Il restauro ha riservato anche un’altra emozionante scoperta: la pasta vitrea di cui sono fatti gli occhi del Volto Santo fu realizzata rifondendo vetri di epoca romana. Se le pupille di colore blu profondo erano già visibili, la sclera bianca era coperta da una pittura di bianco di zinco ottocentesca, che è stata rimossa.

Anche il grande nimbo (la cui datazione è ancora in corso di studio), che circonda il Volto Santo a forma di semicerchio era ricoperto da uno spesso strato di colore scuro, identificato come una gomma vegetale alterata. Adesso è possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza: su un supporto di legno sono state poste 14 lastre d’argento sbalzato e cesellato con cherubini, entro nervature a rilievo dorate, con incastonate 384 gemme in pasta vitrea di colore verde smeraldo e rosso rubino molto intensi, al cui centro è posto un fiore a quattro petali in argento. Alle estremità inferiori sono fissati due gigli in lamina di rame dorata.

Paolo Mandoli