Cacciamani e il clima impazzito: ”Colpa nostra, ma si può rimediare”

Il direttore di ItaliaMeteo, l’Agenzia civile per la meteorologia e la climatologia , parlerà di cambiamento climatico

Carlo Cacciamani, laureato in fisica, climatologo, meteorologo e docente universitario, è direttore di ItaliaMeteo, l’Agenzia civile per la meteorologia e la climatologia
Carlo Cacciamani, laureato in fisica, climatologo, meteorologo e docente universitario, è direttore di ItaliaMeteo, l’Agenzia civile per la meteorologia e la climatologia

Lucca, 5 ottobre 2023 – Domenica alle 18 nell’Auditorium del Suffragio, Pianeta Terra Festival ospita Carlo Cacciamani che affronterà il tema "Allerta meteo! Perché aumentano gli enti climatici estremi?" con Edoardo Vigna. Cacciamani, laureato in fisica, climatologo, meteorologo e docente universitario, è direttore di ItaliaMeteo, l’Agenzia civile per la meteorologia e la climatologia. Tra i massimi esperti della materia, gli abbiamo rivolto alcune domande.

Dica la verità, il clima sta cambiando oppure è già cambiato?

"È già cambiato e posso dirle che cambierà. Ormai la crescita della temperatura globale del pianeta è inequivocabile; l’aumento di un grado negli ultimi 100 anni ce lo dice chiaramente, in Italia anche di più, ed è in corso un’accelerazione che non ha la caratteristica della gradualità, con la curva di Gauss che si sposta sempre più verso l’alto, aumentando così gli estremi".

Da che cosa nasce il fenomeno?

"Nasce negli ultimi cento anni da cause di tipo antropogenico, maggiori emissioni dei gas a effetto serra in atmosfera, maggiore uso del petrolio. La storia degli ultimi 800mila anni, ci racconta che le emissioni sono passate da 200 a 300 parti per milione, con oscillazioni di migliaia di anni: dall’era industriale a oggi, quindi in un tempo ristretto, abbiamo registrato un aumento di altre 100 parti per milione".

La colpa è dell’uomo, oppure su questo persistono dubbi?

"Nessun dubbio, le responsabilità sono dell’uomo. Ma occorre dire che se l’uomo ha creato il problema, è anche in grado di risolverlo perché ha le competenze; bisogna ridurre le cause abbattendo i gas serra, quindi no ai combustibili fossili, dando vita sempre più alle energie rinnovabili".

A volte, sul tema, la comunità scientifica appare divisa.

"La scienza non è divisa, nel 95% dei casi, dice che il tema del riscaldamento è da imputare all’azione dell’uomo; a me non piace parlare di negazionisti, mi ricorda tristi fenomeni storici, diciamo che qualcuno è scettico: ma se possiede dati diversi, la comunità scientifica è pronta a parlarne sempre che vi siano le basi. Tutti i dati in nostro possesso sono frutto di monitoraggio, di attente e lunghe valutazioni confrontate nel tempo".

Passiamo dalla siccità alle alluvioni, cosa possiamo fare?

"Lo scorso anno avevamo il problema della siccità fino al mese di aprile, poi tutti ricordiamo l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna; quindi se da un lato bisogna eliminare l’impiego di combustibili fossili, dall’altro è importante ridurre i danni; lo si fa predisponendo il territorio attraverso la costruzione casse di espansione, implementando le allerte meteo ed evitando, in caso di previsioni avverse, ogni tipo di attività all’aperto; così come,per le ondate di calore, le nostre città devono strutturarsi diversamente, maggiori fonti di acqua, realizzazione di zone d’ombra. È molto importante la riduzione del rischio".

Le nuove generazioni sembrano sensibili alle sorti del Pianeta: che cosa ne pensa?

"Hanno ragione e fanno bene a occuparsene; occorre costruire un patto fra generazioni, il pianeta che consegniamo loro non è quello che abbiamo ereditato noi, è molto peggio e questo non è giusto; bisogna poi considerare che l’emergenza climatica è di per sé ingiusta perché colpisce le fasce più deboli e questa ingiustizia dobbiamo combatterla cercando di lasciare una vita migliore a chi viene dopo di noi".