"Annullamento della gara" e "invalidazione della classifica finale con tutto ciò che ne consegue, compresa la restituzione del Gonfalone da parte della Borgata Canaletto". L’ennesimo colpo di scena di un Palio del centenario che sembra non finire più è tutto nelle parole con cui Marco Marchi, coordinatore settore canottaggio sedile fisso della Uisp spezzina, ha chiesto al coordinatore nazionale di annullare la gara senior. Nel mirino, le ormai note vicende accadute al termine della disfida remiera, con l’affondamento della barca del Canaletto. Fatti che hanno portato, al termine dei due gradi del giudizio sportivo, alle pesanti inibizioni per 3 e 5 anni inflitte al presidente Massimo Terenziani e al dirigente Roberto Vivaldi, ma non alla squalifica della borgata.
Nelle quattro pagine inviate per conoscenza anche alle borgate Canaletto, Marola e Porto Venere, Marchi sostiene che "la sentenza del giudice unico risulta incompleta" mentre quella della commissione d’appello "rigettando totalmente e parzialmente i ricorsi pervenuti, non entra nel merito dei comportamenti". Un percorso, quello della giustizia sportiva, che secondo Marchi sarebbe stato "evidentemente incompleto e lacunoso". Marchi specifica che "il giudice arbitro, nel suo verbale, richiedeva l’intervento del giudice unico perché non aveva elementi sufficienti per poter prendere decisioni in merito a possibili squalifiche e sanzioni", mentre il giudice unico "non richiedendo alcuna integrazione al giudice arbitro, emetteva la sentenza senza prendere in considerazione i comportamenti scorretti dei dirigenti e atleti della borgata canaletto".
Quali? Il coordinatore provinciale fa riferimento a episodi di “scorrettezza“ commessi dai vogatori, dal dirigente e dal presidente canarino: una responsabilità a titolo di negligenza "per non aver provato ad allontanare i tifosi mentre si aggrappavano al bordo dello scafo, per aver consentito al presidente di salire a bordo e per non aver impedito al dirigente di affondare lo scafo". Non solo. Marchi contesta anche l’intralcio alla gara, relativamente ai controlli post disfida, poichè i dirigenti del Canaletto sarebbero entrati "senza autorizzazione nella zona interdetta prima del via libera della giuria". E nella lettera si fa riferimento anche all’illecito sportivo in relazione all’articolo 79 del testo unico del Palio, l’ormai famigerata norma relativa all’affondamento dello scafo da gara: per Marchi i dirigenti avrebbero provocato e contribuito attivamente all’affondamento dello scafo, fatti "che prevedono fino alla qualifica dell’armo in gara". Il coordinatore, che invoca i principi di lealtà sportiva "a tutela della manifestazione e del pieno rispetto delle regole", ha chiesto dunque l’annullamento.
Matteo Marcello