ILARIA VALLERINI
Cronaca

Ripopolare la baia di ostriche. Blocchi con gusci attira-larve nel laboratorio di rigenerazione

Il progetto innovativo in corso a Santa Teresa. Varrella (Consorzio Mitilicoltori): “Favorisce biodiversità”. E i mitili sulle scogliere diventano anche scudi naturali. “Dissipano l’energia cinetica delle mareggiate”

Emanuela Batini, titolare di un banco del mercato in piazza Cavour e moglie del mitilicoltore Paolo Lavalle

Emanuela Batini, titolare di un banco del mercato in piazza Cavour e moglie del mitilicoltore Paolo Lavalle

La Spezia, 25 luglio 2025 – Paolo solleva un pergolato colmo di muscoli da quel mare che dà e che toglie. “Un gesto che pensavo di aver dimenticato - dice in un video postato sui social -. Negli ultimi anni le orate ci hanno messo alla prova, predando senza tregua. Ma quest’anno qualcosa è cambiato. Meno pesci più speranza”. Varrella, spezzino doc, è il presidente del Consorzio Mitilicoltori Associati della Spezia, nonché uno dei più importanti allevatori di ostriche.

Se il predatore è un problema limitato rispetto al passato, oggi i mitilicoltori del nostro golfo devono fare i conti con un altro arcinemico: il cambiamento climatico che si traduce in eventi sempre più estremi, tropicalizzazione dei mari e colonizzazione delle specie aliene.

“Fortunatamente il caldo estremo di giugno non è rimasto una costante e i mitili non ne hanno risentito. Siamo abituati a valutare il cambiamento climatico in base a eventi visibili ed eclatanti, ma il vero problema è ciò che si nasconde sotto la superficie: se osserviamo lo storico delle temperature del mare vediamo che negli ultimi otto anni la media invernale non è mai scesa al di sotto dei 10°C, un indice di tropicalizzazione che ci preoccupa”.

Un altro effetto già evidente è il radicamento in pianta stabile di specie “forestiere“ come “la Pinctada imbricata, un’ostrica tropicale del Mar Rosso che si è insediata nei nostri vivai, ma che non ha mercato. Intanto i mitili sono a rischio in caso di temperature elevate per un periodo prolungato. Dobbiamo trovare il coraggio e sperimentare per abbassare il fuoco sotto la pentola, noi siamo lieti di dare una mano”, dice Paolo Varrella.

Ecco che la baia di Santa Teresa si è trasformata in un laboratorio sperimentale. “Stiamo lavorando in collaborazione con Enea al progetto per l’immersione permanente in mare di cinque substrati artificiali per la rigenerazione della baia attraverso la promozione della biodiversità e per il ripristino della specie autoctona ostrica piatta (Ostrea edulis), nell’ambito del Progetto Pnrr Ecosistema dell’innovazione della Regione Liguria – Raise ’Robotics and AI for Socio economic Empowerment’. Si tratta di blocchi di cemento composti per la maggior parte da gusci tritati di ostrica e stampati in 3D posizionati nella baia per favorire l’attecchimento delle larve di ostrica. L’obiettivo? Aumentare la biodiversità. E in futuro vorremmo estendere il progetto anche alle zone portuali. I gusci di ostrica inoltre sono una barriera naturale sugli scogli perché dissipano l’energia cinetica delle mareggiate”.

Tecnologie e sostenibilità sono un faro per i mitilicoltori spezzini. “Per ridurre i costi ed essere sostenibili, stiamo realizzando un nuovo impianto fotovoltaico allo stabulatore di Santa Teresa che sarà pronto entro ottobre e presto acquisteremo anche un desalinizzatore”.