ELENA SACCHELLI
Cronaca

La presenza di Israele: "Regione e enti locali revochino il patrocinio alla fiera Seafuture"

La pressante richiesta della “Rete spezzina pace e disarmo” al presidente della Liguria e ai sindaci e consiglieri del territorio. La rassegna è in programma in Arsenale dal 29 settembre al 2 ottobre.

La pressante richiesta della “Rete spezzina pace e disarmo” al presidente della Liguria e ai sindaci e consiglieri del territorio. La rassegna è in programma in Arsenale dal 29 settembre al 2 ottobre.

La pressante richiesta della “Rete spezzina pace e disarmo” al presidente della Liguria e ai sindaci e consiglieri del territorio. La rassegna è in programma in Arsenale dal 29 settembre al 2 ottobre.

L’annunciata presenza della Marina militare israeliana alla prossima edizione di Seafuture, in programma nell’Arsenale militare della Spezia dal 29 settembre al 2 ottobre prossimi, sta suscitando le proteste di una folta rete di attivisti. "Qualora permanga da parte degli organizzatori l’invito alla Marina militare e alla Delegazione nazionale dello Stato di Israele a partecipare alla prossima edizione di Seafuture chiediamo alle amministrazioni pubbliche interessate (e cioè alla Regione Liguria, alle Città della Spezia, Lerici e Sarzana e al Comune di Porto Venere) di revocare il Patrocinio che è attualmente annunciato sul sito ufficiale di Seafuture 2025", scrive la Rete Spezzina Pace e Disarmo al presidente e al consiglio regionale della Liguria, ai sindaci e ai consiglieri comunali della Spezia, Lerici, Sarzana e Porto Venere. Secondo le associazioni, "in considerazione delle gravi e ripetute violazioni del diritto umanitario e internazionale e dello sterminio sistematico da parte delle forze armate israeliane dopo il 7 ottobre 2023 perpetrato nei confronti della popolazione della Striscia di Gaza e del Territorio palestinese occupato, gli enti pubblici dello Stato italiano non possano in alcun modo sostenere o promuovere eventi pubblici a cui partecipano rappresentatati delle Forze armate e dello Stato di Israele". La nona edizione di Seafuture, organizzata da Italian Blue Growth srl in collaborazione con la Marina Militare italiana, assume rilevanza internazionale attraverso l’invito alle Marine militari e alle National delegation” (Nad) di oltre 140 Paesi ma tra questi – sottolinea al Rete – figurano "regimi repressivi. Per questo abbiamo chiesto alle amministrazioni che al momento hanno espresso il patrocinio a Seafuture di riconsiderarlo e a tutte le forze politiche delle nostre istanze". A firmare l’appello una trentina di sigle, tra cui Arci, Acli, Cgil, Anpi, Caritas, Emergency.

In parallelo, un’altra coalizione di realtà pacifiste, “Restiamo Umani - Riconvertiamo SeaFuture”, sta organizzando una mobilitazione per sabato 27 settembre, due giorni prima dell’apertura della fiera, per chiedere che l’evento sia riconvertito al suo scopo dichiarato all’origine, l’ecosostenibilità. L’associazione definisce Seafuture " un’esibizione militare navale per promuovere gli affari delle aziende del settore “difesa e sicurezza”, ammantata di sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. La nona edizione conferma il radicale mutamento della manifestazione avvenuto in questi anni: da evento ideato nel 2009 come “la prima fiera internazionale dell’area mediterranea dedicata a innovazione, ricerca, sviluppo e tecnologie civili inerenti al mare”, a mostra prevalentemente militare, una delle poche in Italia, dove gli operatori principali sono le aziende del settore bellico insieme alle Marine Militari degli Stati invitati".

"Siamo per la revoca del patrocinio – dicono dal gruppo regionale e comunale del Pd – a maggior ragione se rimane l’invito alla Marina israeliana". Mentre il segretario genovese dei dem, Simone D’Angelo, ha risposto direttamente agli attivisti: "In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, con il popolo palestinese vittima di un genocidio, è doveroso prendere posizione netta contro chi alimenta guerre e massacri".