MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Ciminiera, “no“ al confronto. Annullato il faccia a faccia richiesto dalle associazioni

Avrebbero voluto esporre le idee per la salvaguardia e trasformazione del simbolo dell’area Enel "Potrà essere un esempio di architettura e favorire il turismo, evitando le spese di demolizione".

Il. sopralluogo nell’area Enel

Il. sopralluogo nell’area Enel

L’incontro è saltato proprio all’ultimo istante. Il confronto fissato in municipio tra i “difensori“ della ciminiera dell’area Enel e l’assessore Casati è stati cancellato. Un gruppo di cittadini avrebbe voluto spiegare le motivazioni della loro posizione di tutela della ciminiera e dell’idea di trasformazione in una risorsa turistica ma il confronto non c’è stato. La linea dell’amministrazione sul destino della “torre“ alta 220 metri è presa da tempo ma qualcuno ancora prova a rivederla. Come ha spiegato la professoressa Luisa Rossi, geografa e già appartenente a Italia Nostra. "La decisione – spiega – di dismettere l’impianto che dal punto di vista ambientale tanti problemi e ha causato agli abitanti dell’area, e che ha visto già attive le amministrazioni passate, è certamente un fatto positivo. I dubbi sorgono riguardo all’abbattimento della torre e alla opacità circa il destino degli spazi liberati. Girano ipotesi e ancorché le soluzioni costituissero il destino migliore per l’area e per i cittadini del Levante l’abbattimento della torre è necessario?". In città sembra essersi riaperto il dibattito. "Ci sono torricidi – prosegue – che chiedono la cancellazione di un simbolo negativo e chi invece pensa che, cambiate le funzioni, la torre sia comunque un manufatto di architettura industriale che contraddistingue il profilo paesaggistico di un Levante del Golfo che resta comunque disegnato dalle pile dei container, dalle enormi gru, dai capannoni industriali, da una viabilità aggrovigliata, dalla perdita delle “romantiche” marine. La storia, industriale e non, ci ha lascito un’infinità di manufatti sorti con ruoli che oggi consideriamo negativi e che, trasformati nelle loro funzioni, invece apprezziamo".

Massimo Merluzzi