MATTEO MARCELLO
Cronaca

Battaglia legale sui lavori al Fossati. La Provincia straccia il contratto

Risolto in danno dell’impresa l’appalto per rifare la copertura dell’edificio, preda delle infiltrazioni. L’ente bussa al Tribunale per chiedere un accertamento tecnico preventivo. A rischio i fondi del Pnrr.

Un’aula del Fossati chiusa dopo le infiltrazioni avvenute lo scorso inverno per le piogge

Un’aula del Fossati chiusa dopo le infiltrazioni avvenute lo scorso inverno per le piogge

Finiscono in tribunale i lavori per il rifacimento della copertura dell’edificio dell’istituto tecnico Fossati. A meno di una settimana dalla prima campanella, uno dei principali interventi avviati dalla Provincia sul patrimonio edilizio scolastico grazie ai fondi del Pnrr è destinato a essere oggetto di uno scontro a colpi di carte bollate. Nei giorni scorsi, l’ente di via Veneto ha dapprima disposto la risoluzione dell’appalto in danno dell’azienda che aveva vinto la gara, poi ha dato mandato a un legale di chiedere al tribunale un accertamento tecnico preventivo finalizzato a verificare "lo stato di luoghi, la condizione e la qualità del lavoro svolto dall’appaltatrice". Una vicenda delicata, quella che rischiano di vivere sulla propria pelle gli studenti e i docenti dello storico istituto, già lo scorso inverno alle prese con copiose infiltrazioni che avevano costretto l’istituto a chiudere temporaneamente alcune aule e laboratori. Secondo quanto si evince dagli atti, l’aggiudicazione dei lavori – per circa seicentomila euro – avvenne nell’aprile del 2023, con la consegna delle aree di cantiere nel novembre dello stesso anno. L’andamento dei lavori tuttavia non è stato quello sperato, con una lunga serie di proroghe concesse dalla Provincia, una variante, e una sequela di note e ordini di servizio da parte dell’ente in cui venivano evidenziate le continue infiltrazioni e si invitava a risolvere il problema; inviti che sempre secondo l’ente sarebbero rimasti lettera morta. "Nonostante gli ordini di servizio – si legge nella determina – i lavori risultavano interrotti su decisione unilaterale dell’impresa, e così ancora tutt’oggi, nonostante le rassicurazioni dell’impresa circa l’intenzione di riprendere le lavorazioni entro i primi giorni di giugno 2025 con ultimazione entro i primi giorni di luglio". E proprio nel giugno scorso era arrivata la contestazione di inadempimento da parte della Provincia nei confronti della ditta, con l’avvio del procedimento di risoluzione "per gravi inadempimenti e negligenze dell’impresa appaltatrice". Nel dettaglio, l’ente di via Veneto contestava "la presenza di diffuse e copiose infiltrazioni all’interno dell’edificio scolastico, anche in punti dove il pacchetto di copertura risulta terminato", ma anche "la presenza in cantiere con personale non adeguato per la risoluzione delle infiltrazioni per i mesi di gennaio e febbraio 2025 e la sospensione unilaterale del cantiere da parte dell’impresa da marzo". A nulla sono valse le controdeduzioni presentate dall’impresa appaltatrice, tra cui figurano "violazioni commesse dai tecnici della Provincia, carenza negli elaborati di progetto, ingresso in cantiere di società terza senza autorizzazione". La Provincia non si è limitata a respingerle, ma è andata anche oltre, disponendo la risoluzione del contratto e bussando al tribunale con la richiesta di un accertamento tecnico preventivo per ottenere un giudizio sulla qualità dei lavori svolti. Secondo l’ente pubblico, quanto accaduto non solo avrebbe determinato "una mancata fruibilità degli spazi scolastici che ha compromesso la qualità dell’offerta formativa e il diritto allo studio", ma avrebbe anche esposto la Provincia "al rischio reale di perdere i finanziamenti Pnrr", dato che i lavori dovranno essere terminati entro il 31 marzo 2026. Secondo una valutazione della Provincia, sarebbe stato cagionato un danno di 371.934,21 euro, tra spese sostenute per i traslochi che si sono resi necessari per l’inagibilità delle aule, le penali per il ritardo nella esecuzione delle opere, le lavorazioni "non correttamente eseguite" e il danno all’immagine.

Matteo Marcello