MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Morì a causa dell’amianto, condannato il Ministero

Il maresciallo aveva lavorato anche all’Arsenale della Spezia e a bordo delle navi. E’ stato quantificato in 600 mila euro il risarcimento nei confronti della moglie

Il maresciallo aveva lavorato anche all'Arsenale (foto Ansa di repertorio)

Il maresciallo aveva lavorato anche all'Arsenale (foto Ansa di repertorio)

La Spezia, 23 maggio 2025 – Aveva prestato servizio anche all’Arsenale della Marina Militare di Spezia il maresciallo di origini triestine deceduto a causa della malattia e risarcito con 600 mila euro dal Ministero. Si era spento all’età di 63 anni stroncato da un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione prolungata all’amianto durante il servizio. Il sottufficiale ha indossato per 36 anni la divisa della Marina Militare, alternadosi tra le basi a terra e la navigazione su unità navali di vecchia generazione fino al 2004. A Spezia ha svolto diverse mansioni nel corso della sua lunga carriera militare che lo ha portato a lavorare in svariate basi arsenalizie italiane.

Il Tar del Friuli Venezia Giulia adesso ha condannato il Ministero della Difesa al pagamento di 600 mila euro, a titolo di risarcimento, in favore dei famigliari per i danni subiti. Il maresciallo aveva lavorato in ambienti risultati essere contaminati dall’amianto e altri agenti cancerogeni, spesso senza le adeguate misure di protezione, una adeguata formazione oppure sotto la sorveglianza sanitaria. La diagnosi di mesotelioma arrivò qualche anno dopo l’avvenuto congedo. Nel 2013 gli venne riconosciuta la causa di servizio e lo status di “vittima del dovere”, con conseguenti benefici previdenziali a favore della vedova. Con l’assistenza dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, la famiglia ha chiesto giustizia piena, portando il caso davanti al Tar.

Il Tribunale amministrativo del Friuli Venezia Giulia dopo un`accurata verifica affidata al medico legale, ha stabilito la responsabilità del Ministero della Difesa per l`omessa protezione del militare, condannando l`amministrazione a risarcire il danno “iure hereditario”, ovvero trasmesso agli eredi e in questo caso alla moglie, quantificato nella somma di 600 mila euro.

“Questo verdetto – hanno commentato l’avvocato Ezio Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto – riconosce non soltanto la sofferenza del maresciallo, ma anche la chiara responsabilità di chi avrebbe dovuto proteggerlo e invece non lo ha fatto. Una sentenza che è un atto di giustizia e di memoria per chi ha servito il nostro Paese con onore, ma al contrario è stato poi tradito da chi avrebbe dovuto garantirne la sua sicurezza”. La diagnosi di mesotelioma arrivò nel 2008, cinque anni dopo il congedo. Al maresciallo luogotenente purtroppo la malattia non lasciò scampo nonostante le cure. Dopo 38 anni di lavoro, aveva iniziato a soffrire di problemi di salute e il verdetto fu drammatico e il mesotelioma pleurico in poco tempo lo ha portato al decesso.