
Alessandro Falconi perse la vita nel 1995. Parla il padre
C’è un dolore che non si spegne mai: la perdita di un figlio. Uno spartiacque da cui non si torna indietro, ma si può solo impararci a convivere. Come ha fatto in trent’anni Alfio Falconi, il padre di Alessandro, giovane morto a 26 anni, il 22 settembre del 1995. Oggi, ma trent’anni fa. "Sinceramente non ho mai pensato in tutti questi anni – racconta il padre – di fare nulla. E di anniversari ne ho passati senza mio figlio. Ma questo dei trent’anni mi ha fatto scattare la necessità di ricordarlo anche così".
Alessandro, quella mattina del 22 settembre stava rientrando a Grosseto, dove viveva e lavorava, dalla casa di famiglia a Marina di Grosseto. Stava percorrendo la strada del Pollino, quando giunto poco distante dall’incrocio con la strada del Poggiale perse il controllo dell’auto e finì contro un albero. Per lui poi la corsa disperata in ospedale, dove però arrivò senza vita. Così viene ricostruito quel maledetto incidente nei giornali di allora, pagine de La Nazione che il padre conserva ancora.
Quale fu la causa? Non serve oggi. Anche perché non può esserci una ragione a un evento così doloroso e contro natura. Oggi basta il ricordo, anche pubblico, di un giovane uomo, uno sportivo, perché per molti anni aveva giocato a basket, che si stava costruendo la vita.