
Due progetti di impianti agrivoltaici finiti nel mirino (Foto d’archivio)
GROSSETOIn Maremma è ripartita la corsa alle osservazioni pubbliche su alcuni dei più discussi progetti di energia rinnovabile che interessano il territorio. Negli ultimi giorni sono stati ripubblicati sul sito del Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) tre progetti per impianti eolici e agrivoltaici, tra cui il contestatissimo parco eolico di Pitigliano, tornati in consultazione per la terza volta. Un dettaglio non da poco come sottolinea Augusto De Sanctis, attivista ed esperto di procedimenti ambientali: la normativa nazionale prevede un massimo di due ripubblicazioni per osservazioni.
Ma di fatto, il Ministero consente correzioni e integrazioni continue, lasciando che i progetti restino "in vita" ben oltre quanto previsto. I progetti riaperti in questi giorni seguono uno schema ormai ricorrente: una prima presentazione da parte delle società proponenti, l’invio di osservazioni critiche da parte di enti locali, associazioni e cittadini, la richiesta di integrazioni, una seconda pubblicazione, e ora una terza ripubblicazione con ulteriori modifiche.
I tre impianti oggi in consultazione sono l’eolico di Pitigliano, 140 MW e proposto dalla RWE Renewables Italia S.r.l. (20 aerogeneratori da 7 MW ciascuno), uno dei progetti più contestati in Maremma, tanto per l’impatto paesaggistico quanto per le dimensioni industriali dell’opera, l’ agrivoltaico a Manciano proposto da Arng Solar VI, Srl (27,5 MWp) e l’agrivoltaico "Poggione" proposto da Soleroselle Srl (45,78 MWp). Negli ultimi due anni, la Maremma si è ritrovata al centro di un’ondata di proposte speculative da parte di discutibili soggetti proponenti (discutibili per la solidità economica) che puntano a realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili — principalmente eolico e fotovoltaico — in un territorio che però non appare strutturalmente vocato a questo tipo di opere.
La fragilità del paesaggio, la forte identità agricola e turistica, e le elevate interferenze ambientali pongono seri dubbi sulla compatibilità tra questi impianti e lo sviluppo sostenibile della Maremma.
"Non è pensabile che il territorio debba subire continue ripubblicazioni e correzioni – spiega Augusto De Sanctis, esperto di procedimenti ambientali – la legge è chiara: massimo due tornate di osservazioni. Ma il Mase continua a permettere integrazioni su progetti carenti, che in molti casi dovrebbero essere archiviati, non rilanciati".
L’impressione è che, più che una vera pianificazione, si stia assistendo a una strategia di logoramento, dove le società insistono, correggono, modificano, e i cittadini devono continuamente mobilitarsi, riaprendo ogni volta l’intero processo partecipativo. In gioco non c’è solo la produzione energetica — che resta una priorità nazionale — ma il diritto delle comunità locali di decidere quale futuro vogliono per il proprio territorio.
Le osservazioni ai tre progetti possono essere presentate entro il 17 settembre attraverso i canali ufficiali del Mase. Ma resta il tema: la transizione ecologica può davvero passare sulla testa dei territori? E quante altre volte sarà permesso di presentare documenti integrativi?
Nicola Ciuffoletti