NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Lo studio della Cna: "Fino al 6 luglio si lavora per il Fisco"

Le imprese maremmane raggiungono il ’Tax Free Day’ dopo oltre sei mesi dall’inizio dell’anno: fino a quel momento è solo burocrazia e imposte. Banini: "La pressione soffoca le aziende piccole, ovvero l’ossatura dell’economia".

Le imprese maremmane raggiungono il ’Tax Free Day’ dopo oltre sei mesi dall’inizio dell’anno: fino a quel momento è solo burocrazia e imposte. Banini: "La pressione soffoca le aziende piccole, ovvero l’ossatura dell’economia".

Le imprese maremmane raggiungono il ’Tax Free Day’ dopo oltre sei mesi dall’inizio dell’anno: fino a quel momento è solo burocrazia e imposte. Banini: "La pressione soffoca le aziende piccole, ovvero l’ossatura dell’economia".

Le imprese grossetane devono lavorare fino al 6 luglio solo per adempiere agli obblighi fiscali: è il cosiddetto ’Tax Free Day’, il giorno simbolico in cui si smette di lavorare per il fisco e si inizia a produrre reddito per sé.

A rivelarlo è il settimo Rapporto Cna "Comune che vai fisco che trovi", che analizza il peso del fisco sulle imprese italiane, prendendo in esame un’"impresa tipo" in ognuno dei 114 capoluoghi di provincia. Grosseto si piazza al terzo posto in Toscana per total tax rate, con un’imposizione che arriva al 51,4%, dietro a realtà come Massa (dove si "liberano" il 4 luglio) e Siena (5 luglio). Un dato che, seppur in leggero miglioramento rispetto al passato (nel 2019 si lavorava fino al 25 agosto...), continua a rappresentare un freno allo sviluppo del tessuto produttivo locale.

"È un miglioramento, ma si può fare di più – commenta Saverio Banini, presidente di Cna Grosseto –. Nel 2022 il Tax Free Day cadeva l’8 luglio, oggi siamo riusciti ad anticiparlo di due giorni. Ma il fisco continua a pesare troppo sulle imprese, specialmente su quelle piccole e individuali, che sono la spina dorsale della nostra economia".

Lo studio Cna prende come riferimento un’impresa individuale con un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati, un negozio di 175 metri quadrati e ricavi annui per 431mila euro. Una simulazione che, pur standardizzata, evidenzia forti differenze territoriali dovute soprattutto a Imu, addizionali comunali e regionali, e costi per i rifiuti.

In generale, si osserva come nelle province dove i servizi sono meno efficienti, la pressione fiscale sia più elevata. A livello nazionale, il quadro resta critico: solo 10 città italiane hanno una pressione fiscale inferiore al 50%. Sul podio dei "virtuosi" troviamo Bolzano (46,3%), mentre fanalino di coda è Agrigento, con un total tax rate del 57,4%. Anche Cna Grosseto ribadisce l’urgenza di interventi strutturali.

"Chiediamo una riduzione del carico fiscale a partire dai redditi medio-bassi – spiega Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – e un regime premiale per chi investe, completando la riforma dell’Irap e aggiornando i valori catastali per renderli più aderenti al mercato".

Tra le proposte dell’associazione, anche la neutralità fiscale nel passaggio generazionale e la semplificazione degli adempimenti, come ad esempio l’eliminazione di oneri indiretti come reverse charge e split payment.

"Le imprese grossetane sono pronte a fare la loro parte – conclude Banini – ma serve un sistema fiscale che non penalizzi il lavoro e la voglia di investire. Le nostre battaglie hanno già prodotto risultati concreti, come la deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali e l’eliminazione dell’Irap per le imprese individuali. Ma adesso è il momento di accelerare: o si sostiene davvero il sistema produttivo, o si rischia di vederlo spegnersi, tra tasse, carenza di manodopera e inverno demografico".

Nicola Ciuffoletti