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Agosto senza tregua fiscale: “Diciannove adempimenti e nessuna pausa per i professionisti”

Filippo Vannoni, commercialista e membro di Anc Firenze, denuncia il sovraccarico estivo di scadenze che pesa su contribuenti e studi

Filippo Vannoni

Filippo Vannoni

Firenze, 25 agosto 2025 – Filippo Vannoni, commercialista a Firenze da trent’anni, in passato membro del Consiglio dell’Associazione Nazionale Commercialisti e oggi, con le ultime elezioni, rientrato attivamente in Anc Firenze, fa il punto sull’agosto di fuoco: non per il clima, ma per le scadenze fiscali.

Agosto è spesso un mese critico per le scadenze fiscali. Quest’anno fa eccezione?

Assolutamente no. Le scadenze fiscali ormai si distribuiscono in tutti i mesi dell’anno, senza eccezioni. Nel solo agosto 2025 si sono contati ben 19 adempimenti: 18 caduti il 20 agosto e uno il 31.

Sono scadenze di rilievo o in gran parte marginali?

Alcune sono molto specifiche, come la tassa sull’energia elettrica per determinate società; altre, invece, toccano una platea ampia, come i versamenti Inps o le rate delle imposte. In ogni caso, i professionisti devono rispettarle tutte e il lavoro richiesto non è soltanto informatico: occorre ancora un forte apporto manuale per correggere errori, controllare fatture scartate o incomplete, e seguire passaggi che i sistemi digitali non risolvono da soli.

Questo incide anche sul rapporto con i clienti?

Sì, perché il contribuente percepisce questi adempimenti come meri obblighi, non come un valore aggiunto. Molti chiedono un forfait mensile, ma dietro vi sono ore di lavoro che restano invisibili. Un esempio è la compilazione dei modelli Isa, che richiede dati che non emergono dalla contabilità, come il numero di alunni per tipologia scolastica: informazioni che solo il cliente può fornire.

Negli anni passati agosto rappresentava una pausa. Ora non più?

Esatto. Quando iniziai la professione, il mese di agosto era praticamente sacro: si chiudevano le dichiarazioni a luglio e poi si staccava. Oggi è impossibile. Gli studi devono organizzarsi con turni, perché i clienti rimangono operativi anche durante l’estate e le scadenze non si fermano. Categorie come gli avvocati hanno una sospensione feriale; per noi invece non esiste alcuna pausa.

Alcuni adempimenti potrebbero essere collocati meglio nel calendario fiscale?

Certamente. Negli anni, le scadenze sono state posticipate per concedere più tempo ai professionisti, ma così si sono accumulate proprio ad agosto. È il caso della prima rata delle imposte sui redditi per chi ha partita Iva. Anc chiede da tempo che vengano spostate a inizio settembre, perché agosto dovrebbe restare un mese di riposo, non di scadenze serrate. Comprendiamo le esigenze di cassa dello Stato, ma i professionisti non possono essere privati di ogni possibilità di pausa.

Un’ultima riflessione sulla riforma fiscale in corso.

La riforma aveva promesso semplificazione, ma sta andando in senso opposto. Ci troviamo di fronte a una vera e propria “dittatura digitale”: obblighi telematici sempre più stringenti, senza un adeguato periodo di transizione. Le istruzioni ministeriali per le dichiarazioni dei redditi sono ormai volumi interminabili, e il carico burocratico grava su professionisti e contribuenti. Inoltre, la rapidità con cui l’Agenzia delle Entrate richiede pagamenti ha creato un ingorgo di rateizzazioni: molti contribuenti, già in difficoltà economica, si trovano oberati da scadenze continue che vengono percepite come ulteriori adempimenti fiscali. Provvedimenti come la “rottamazione delle cartelle”, inizialmente contestati, oggi diventano indispensabili per alleggerire questa pressione e permettere all’economia di respirare.