REDAZIONE GROSSETO

Le richieste del presidente Ance: "Rischio idrogeologico, cambiamo"

Massimo De Blasis sollecita nuove regole per fronteggiare i problemi e soprattutto le conseguenze "Piano pluriennale, cabina di regia unica a livello nazionale, sistema informativo integrato".

Massimo De Blasis, presidente di Ance Grosseto, chiede una diversa gestione dei procedimenti per la prevenzione del rischio idrogeologico

Massimo De Blasis, presidente di Ance Grosseto, chiede una diversa gestione dei procedimenti per la prevenzione del rischio idrogeologico

Contro i rischi di danni da maltempo servono "un piano pluriennale con fondi certi, una cabina di regia unica a livello nazionale e un sistema informativo integrato per la gestione degli interventi". E’ quanto sottolinea Massimo De Blasis, presidente di Ance Grosseto, che torna a sollecitare "la stesura di un piano di prevenzione su tutte le strutture pubbliche, con una visione unitaria e la necessaria concentrazione dei fondi, nonchè l’attivazione della leva fiscale per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare privato", perché "anche l’Ance Grosseto sostiene che non si può continuare a rincorrere le emergenze e che serve una svolta per contrastare la vulnerabilità idrogeologica del territorio, aggravata dal cambiamento climatico, con forte incremento della spesa per i danni provocati da eventi catastrofali. Riteniamo che investire in prevenzione e adattamento climatico non è solo una scelta ambientale, ma anche una strategia per garantire sostenibilità economica e finanziaria alle nostre comunità".

Per De Blasis, inoltre, "la città ha una posizione privilegiata per guidare la transizione verso la neutralità climatica, grazie alla capacità di influenzare una gamma di settori e di coinvolgere i cittadini e le imprese nel processo di cambiamento. Occorre un approccio integrato per affrontare i problemi che investono le aree urbane: la gestione delle risorse naturali ed energetiche, la mobilità, l’inquinamento, il disagio sociale e l’accesso alla casa. Tutte sfide che richiedono investimenti necessari per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici anche con la realizzazione di infrastrutture resilienti, la prevenzione e gestione dei rischi naturali, come alluvioni e la promozione dell’uso di energie rinnovabili".

"Per raggiungere un argine al rischio idrogeologico riteniamo necessario rafforzare la governance nazionale, riconducendo il coordinamento delle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico a un unico soggetto a livello centrale, in grado di gestire in modo integrato le attività di tutti gli enti territoriali coinvolti. Occorre poi definire un piano pluriennale di interventi, dotato di risorse certe, che consenta una visione strategica nel tempo per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico. In considerazione dell’importanza della materia sarà indispensabile ridurre il divario tra le risorse stanziate sia di bilancio che con i fondi strutturali e l’apertura effettiva dei cantieri".