REDAZIONE GROSSETO

’Capalbio Libri’ di sera. Pregiudizi e diritti

L’ex pretore Maria Enrica Puoti racconta le diffidenze che ha dovuto vincere. Eugenio Giani ricorda Pietro Leopoldo, il ’visionario’ che abolì la pena di morte.

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Nuovo doppio appuntamento per la rassegna ’Capalbio Libri’ che oggi in piazza dei Pini propone gli incontri con Maria Enrica Puoti (alle 19.30) e con il presidente della Regione Eugenio Giani (alle 21.30).

Si inizia quindi con la presentazione del libro ’Il pretore è una donna! Dieci anni al fianco della cittadinanza’ scritto da Maria Enrica Puoti nel quale il magistrato – che dal 1983 al 1993 ha svolto le funzioni di pretore, appunto – ripercorre quel periodo "intrecciando – si spiega – ricordi personali con la narrazione dell’attività quotidiana di pretore, densa di ostacoli soprattutto per la difficoltà di vincere le resistenze sia delle Forze dell’ordine, degli avvocati e dell’amministrazione pubblica, che all’epoca non avevano ancora fiducia nella capacità di una donna di dirigere la polizia giudiziaria e di assolvere compiti di una certa crudezza, sia della stessa cittadinanza, che, pur ospitale, non sapeva come comportarsi al cospetto di una donna, per di più proveniente da Roma ed appena ventiseienne". Le vicende narrate in questo romanzo prendono sempre le mosse da fatti realmente accaduti, ai quali l’autrice aggiunge aneddoti vissuti in prima persona, mentre i nomi delle località e dei personaggi sono di fantasia. Con l’autrice dialogano Giorgio La Malfa e Marina Caffiero, conduce Moira Armini. Letture di Giulia Nervi.

Alle 21.30 si parlerà invece del libro ’Pietro Leopoldo. Il granduca delle riforme’ nel quale il governatore della Toscana Eugenio Giani ricorda la figura "luomo delle grandi visioni e delle grandi riforme". Con Giani dialogherà Mauro Canali sotto la conduzione di Sergio Rizzo. Letture di Giulia Fossà.

Il granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, il 12 settembre 1765 varca Porta San Gallo ed entra a Firenze. È l’inizio di una grande avventura: per un quarto di secolo, governerà il Granducato di Toscana e lo trasformerà in un laboratorio di innovazione e modernità. Una figura di governante visionario e riformatore a emergere. Un sovrano così vicino agli ideali dell’illuminismo da attuare la più clamorosa delle riforme: abolire tortura e pena di morte. Era il 30 novembre 1786 e nessuno Stato al mondo aveva ancora osato tanto come la Toscana. Dalle pagine di questo libro scaturisce un ritratto vivido, sfaccettato e profondo. E si delinea anche la fisionomia di uno Stato con un’identità spiccata, fondato sul principio della "pubblica felicità" che sempre ha ispirato Pietro Leopoldo.