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Cultura e spettacoli

Teatro della Toscana, la lettera di Massini: “Più forti di prima, vi aspettiamo”

“Ogni volta che entro in teatro trovo pacchi giganteschi di lettere e di telegrammi con dichiarazioni di partecipazione e di solidarietà. Tutto questo resterà come un aspetto fondamentale e incoraggiante di questa incredibile, immeritata odissea”. E ancora: “Noi eravamo e restiamo un teatro nazionale”.

Stefano Massini (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Stefano Massini (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 10 settembre 2025 – Una lunga e accorata lettera agli spettatori accompagna l’avvio della nuova campagna abbonamenti del Teatro della Toscana. A firmarla è Stefano Massini, che sceglie di parlare direttamente al pubblico nel momento in cui il teatro, dopo mesi complessi, rilancia la propria stagione.

Il riferimento è inevitabile: nei mesi scorsi la Pergola è stata ‘declassata’ dal Ministero della Cultura, tanto che da teatro nazionale è scesa a teatro di rilevante interesse culturale. Una decisione che pesa profondamente, perché la qualifica di teatro nazionale non è solo un riconoscimento di prestigio, ma comporta anche maggiori finanziamenti e un ruolo di primo piano nel panorama teatrale italiano. Una ferita, insomma, che ha segnato l’istituzione fiorentina e che ha alimentato polemiche e preoccupazioni sul suo futuro.

Il direttore artistico Massini, però, sceglie di guardare avanti. “Siamo arrivati al momento in cui tutte le amare vicende di cui è stato vittima, suo malgrado, il nostro teatro, lasceranno il posto a ciò che dovrebbe essere l’unico vero perno: raccontare il presente, osservare l’essere umano, indagare il passato e intuire il futuro”.

La sua lettera è anche un ringraziamento. Nei mesi più difficili, spiega, è arrivata una straordinaria ondata di sostegno da parte del pubblico, con lettere, telegrammi e perfino promesse di abbonamenti simbolici da tutta Italia. L’esempio più evidente è stata la Scuola popolare di scrittura, che durante l’estate ha fatto registrare due sold out da 2.500 spettatori.

“Ho incontrato ovunque, dal nord al sud, le persone più insospettabili che mi avvicinavano per esprimere il loro sostegno al Teatro della Toscana, molti perfino promettendomi acquisti simbolici di abbonamenti dalla Sicilia o dalle Dolomiti. Ogni volta che entro in teatro – racconta Stefano Massini – trovo pacchi giganteschi di lettere e di telegrammi con dichiarazioni di partecipazione e di solidarietà. Tutto questo è semplicemente straordinario e resterà come un aspetto fondamentale e incoraggiante di questa incredibile, immeritata odissea”.

Pur nella difficoltà della fase che il teatro sta attraversando, Massini rivendica con orgoglio il lavoro fatto: “Ogni promessa è stata mantenuta. La stagione di tutti i nostri tre teatri, a Firenze e a Pontedera, è in partenza (diversamente dalla passata stagione), le nuove produzioni sono in prova e si preparano per la prima volta a una lunghissima tournée nei massimi teatri italiani. L’annunciata trasformazione del Teatro di Rifredi nel Nuovo Rifredi Scena Aperta è in corso, e vi aggiungo la notizia che il nostro Angelo Savelli vi realizzerà un nuovo spettacolo sull’Ubu Roi di Jarry”.

Massini sottolinea anche il rilancio della dimensione internazionale: “Il fronte dell’attività internazionale è potente come non mai, con maestri come Milo Rau, Ostermaier, Irina Brook e Lev Dodin, di cui sono felice di annunciare il ritorno dopo tanto tempo a Firenze. Siamo riusciti contro ogni attesa anche a far partire tutta la parte formativa che ho tanto voluto, cioè la nuova stagione dei laboratori e dei workshop con i migliori artisti della scena italiana, mentre confermo la ripartenza dei corsi del Centro di Avviamento all’Espressione con centinaia di iscritti”.

Il direttore artistico non nasconde le difficoltà: “La nostra navigazione non è certo semplice, ma ce l’abbiamo messa tutta per non deludervi e per lanciare il cuore oltre l’ostacolo, alzando la qualità e il prestigio della nostra proposta. Sì, perché noi eravamo e restiamo un teatro nazionale, come continuano a considerarci i massimi artisti, registi, interpreti e con loro i più prestigiosi teatri italiani, a cui sempre andrà il mio grazie (è vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno)”.

Non manca una stoccata a chi ha diffuso voci negative: “In questi mesi i soliti immancabili cultori del ‘tanto peggio tanto meglio’ hanno cercato in ogni modo di spacciarvi la notizia che eravamo sopraffatti dai colpi di mannaia o sprofondati nel disordine dello spaesamento. Ebbene, a chi ha tentato di farvelo credere rispondo con orgoglio che il Teatro della Toscana non solo non si è abbassato, non solo non è arretrato di un millimetro, ma è dieci volte più forte e compatto di prima, irrobustito più che mai dalla forza di un’identità e di una necessità”.

Il messaggio finale è un invito diretto agli spettatori: “Vi aspettiamo alla nostra campagna abbonamenti, così come si aspetterebbe un amico che ti sussurra all’orecchio: eccomi, non sei solo. E so che ci sarete, come ci siete sempre stati”.