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Volotea, scommessa vinta: "Firenze è strategica. Obiettivo triplicare la flotta"

A due anni dall’atterraggio su Peretola della compagnia aerea spagnola il ceo Muñoz fa un bilancio e guarda avanti: "Vogliamo aumentare le rotte".

Carlos Muñoz, fondatore e Ceo di Volotea (PressPhoto)

Carlos Muñoz, fondatore e Ceo di Volotea (PressPhoto)

di Gabriele Manfrin

FIRENZE

Un milione di passeggeri in due anni, 2.500 voli operati solo nel 2024 (+24% rispetto al 2023), 12 rotte attive, undici delle quali esclusive. A due anni dall’apertura della base a Firenze, Carlos Muñoz, fondatore e Ceo di Volotea, fa il punto su una scommessa che ha preso quota. E promette: siamo solo all’inizio.

Un milione in due anni. Cosa significa per voi?

"È la prova che la scommessa ha funzionato. Firenze si è rivelata una scelta giusta sotto ogni punto di vista: commerciale, operativo, strategico".

Che benefici hanno le città grazie alle basi?

"Dopo l’apertura, gli scali diventano strategicamente centrali. Diciamo che Firenze ha smesso di orbitare attorno ad altri hub: oggi è un polo autonomo".

Dove volete arrivare?

"L’obiettivo è triplicare la flotta nei prossimi tre o quattro anni. Portare tre aerei stabili e superare le cento persone impiegate. Vogliamo anche aumentare le rotte: c’è molto potenziale da esprimere".

Come scegliete le nuove destinazioni?

"C’è una parte analitica e una parte più esperienziale, che è nel nostro dna. Siamo una compagnia nata per servire città medio-piccole e in 13 anni abbiamo aperto più di 400 mercati, la maggior parte dei quali non esistevano prima. Come la tratta Firenze–Bilbao, ad esempio".

Aprire una base genera benefici anche per gli aeroporti?

"Sì, e lo vediamo ovunque. Il traffico all’aeroporto di Nantes, dove operiamo da anni, è cresciuto esponenzialmente. Quando Volotea apre una base, il traffico aumenta".

Perché proprio Firenze?

"Perché è una delle città più attrattive d’Europa. La gente vuole venire qui".

Quali sono le tratte più richieste?

"Sicuramente la Sicilia, che continua a trainare. Ma anche il mercato francese sta performando bene e vediamo molto movimento su Grecia e Europa dell’Est".

Cosa vi ha fatto conquistare il pubblico italiano?

"L’affidabilità operativa: a Firenze abbiamo una puntualità altissima e un "completion factor" – cioè voli effettuati rispetto a quelli programmati – del 99,75%. Significa un volo cancellato ogni 400, contro una media del settore di uno ogni 100. Poi ci sono le destinazioni e i prezzi competitivi. E infine il personale: sono toscani, fiorentini, gente del posto".

E sul fronte ambientale?

"Abbiamo lanciato Voloterra, il nostro piano di sostenibilità. Si basa su cinque pilastri: connettività efficiente, riduzione delle emissioni di CO2, uso di un biocarburante sostenibile, sviluppo tecnologico e trasparenza".

Firenze è al centro del dibattito sull’overtourism. Come lo affrontate?

"È un tema reale. Bisogna evitare i picchi e distribuire il turismo sia nel tempo che nello spazio. Vale per le stagioni, ma anche per i luoghi: noi cerchiamo di contribuire con tratte che incentivino un turismo diffuso, più sostenibile e di qualità".