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Vecchioni tra silenzio e tuono: "Cantare qui fa bene al cuore"

Il Musart Festival riabbraccia il professore: il 23 luglio sarà una serata ricca di emozioni da condividere. Il cantautore prenderà per mano il pubblico e lo porterà con sé in un viaggio nel suo ’Infinito’.

Roberto Vecchioni. , cantautore, paroliere, scrittore. e insegnante. Tra i grandi della musica italiana

Roberto Vecchioni. , cantautore, paroliere, scrittore. e insegnante. Tra i grandi della musica italiana

di Marianna Grazi

"È una festa meravigliosa, l’anno scorso dopo il concerto sono stato bene una settimana. Ti fa capire che esiste ancora umanità". Roberto Vecchioni torna al Musart Festival, mercoledì 23 luglio, e promette una serata di musica "finché ne avremo voglia". Al centro lo spettacolo ’Tra il silenzio e il tuono’, un viaggio che intreccia l’album ’L’Infinito’ con i brani più amati del suo repertorio.

Professore che effetto le fa tornare al Musart?

"Mi aspetto calore, colore e l’happening. Firenze è un’eccezione nella storia delle mie tournée fin dagli anni ’70: è sempre stata nel mio cuore e ogni volta che ci vengo seguo l’istinto".

Tra il silenzio e il tuono: Come convivono in lei questi due estremi?

"Come in tutti noi. Sono due cose completamente differenti che ogni tanto dobbiamo far combaciare. In ogni situazione dobbiamo sapere che c’è anche l’altra e tenerci quella buona, la nostra intimità, la famiglia, gli hobby, il piacere, la lettura, l’arte. Il silenzio. Il tuono è la vita fuori, quando devi competere, correre o peggio ancora combattere".

Il disco "L’Infinito" mette al centro l’amore per la vita e racconta quei personaggi che "hanno battuto il destino". Chi sono oggi?

"L’Infinito è un inno alla vita da parte di tutti, anche da quelli che sembrano odiarla ma non è vero. Infatti ho preso come esempio Leopardi. Vita e amore sono praticamente sinonimi, è un’accezione unica, credo che nessuno vorrebbe morire. Oggi l’eroismo va cercato nella normalità e non nell’eccezionalità. Sono persone di tutti i giorni, quelli che pensano meno a se stessi e più agli altri. E soprattutto le donne".

Che rapporto ha con i giovani?

"È sempre stato ottimo. Tento di entrare nel loro sistema di comunicazione, nel loro modo di essere, di vivere, di cantare, di relazionarsi col mondo. Ne ho viste tante di generazioni e forse quella più sfiduciata è quella di oggi, quella che protesta di più ma in modo singolo, perché non ha spazi, non viene ascoltata. È un’élite senza potere, come diceva Alberoni".

Dove trova l’energia e la voglia di continuare a scrivere, a cantare?

"Non lo so, me lo chiedono tutti. Grazie a chi mi vuole bene e soprattutto a mia moglie vivo in modo sano. È questione di entusiasmo, ogni volta è come la prima, una gioia e una battaglia con me stesso per superarmi".

Vede qualche talento tra i cantanti di oggi? O qualcuno con cui le piacerebbe duettare, come con Alfa?

"Alfa è un nome che avrei fatto. Non voglio però privilegiare nessuno, vedo tanti che piacciono perché ci mettono l’anima, perché scrivono bene. Mi piace quello che fanno le generazioni più giovani, da Mahmood a Achille Lauro ce ne sono almeno una decina. È bello che prosegua il canto con le modalità sociali che passano".

E della rivelazione Lucio Corsi cosa pensa?

"Lui è l’eccezione, poteva nascere negli anni ’70, essere come Tenco e cantare con Guccini e Branduardi. Ha quell’appeal".

Come vede il futuro della musica?

"La melodia non c’è quasi più, adesso a spingere l’emozione sono le le parole. Ma tornerà anche la melodia, non muore mai veramente".